2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
Pil

Come sta l'economia italiana (secondo l'Istat)

Gli indicatori disponibili per i primi mesi del 2018 segnalano la prosecuzione del recupero della crescita dell’economia italiana, ma con segnali di incertezza

ROMA - Gli indicatori disponibili per i primi mesi del 2018 segnalano la prosecuzione del recupero della crescita dell’economia italiana, pur se a ritmi moderati. Tuttavia, si profilano «segnali di incertezza» legati all’evoluzione delle politiche commerciali di Stati Uniti e Cina, alla prosecuzione del processo di normalizzazione della politica monetaria statunitense e agli effetti dei rialzi dei tassi sui mercati finanziari e valutari. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2018 dell’Istat, nel quale viene evidenziato come nella prospettiva di breve termine i segnali siano «positivi seppure in leggera attenuazione». Sulla base delle stime preliminari dell’Istat, nel primo trimestre del 2018 il Pil è salito dello 0,3% sul trimestre precedente. Nello stesso periodo la fiducia delle famiglie è risultata in crescita, mentre quella delle imprese è diminuita, mantenendosi però su livelli elevati.

Mezzogiorno in crescita
Nel biennio 2015-2016 l’economia è tornata a crescere nel Mezzogiorno, dopo sette anni di contrazione: il Pil in volume è aumentato del 2,4%, un valore superiore a quello medio nazionale (+1,9%). Secondo l’Istat tuttavia emerge ancora il gap fra il Sud e il resto del Paese. Tra le regioni meridionali, il Molise e la Campania presentano variazioni positive del 4,9 per cento, la Basilicata del 9,2. Nel complesso, mentre la crescita del Sud è consistente (+3 per cento), la ripresa nelle Isole è più contenuta (+0,9). La contrazione osservata nel Mezzogiorno nel periodo compreso tra l’avvio della crisi e il 2014 è stata, del resto, intensa e più elevata di quella delle altre ripartizioni, con una riduzione del Pil che ha superato il 12 per cento.

Ripresa più forte nel Nord-est
Nel biennio la ripresa è più forte nel Nord-est (+2,5 per cento), in particolare in Emilia- Romagna e in Friuli-Venezia Giulia (+2,7). Il tasso di crescita del Nord-ovest (+2,0 per cento) riflette al suo interno dinamiche differenti: l’incremento è più elevato in Lombardia (+2,5 per cento), meno vivace in Piemonte (+1,5), negativo in Liguria (-0,5 per cento). Più contenuta l’espansione nelle regioni del Centro (+0,9 per cento), dove il Pil si è leggermente contratto nelle Marche (-0,1 per cento).