29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
L'alert della Corte dei Conti

L'Inps è in rosso e il governo tace. Pensioni a rischio?

I conti dell'Istituto di Previdenza hanno registrato il primo storico passivo in termini di patrimonio netto e l'alert arriva direttamente dalla Corte dei Conti, che sollecita anche una riforma dell'Insp

ROMA – L'Inps è in rosso per 1,73 miliardi di euro. Edè il primo storico passivo in termini di patrimonio netto. L'alert arriva direttamente dalla Corte dei Conti. Ma il presidente dell'Istituto di previdenza tranquilla i cittadini, sostenendo che «le pensioni non sono a rischio». Il governo Gentiloni, invece, tace.

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I conti dell'Inps sono in rosso
La comunicazione della Corte dei Conti è di quelle che fanno venire i brividi. «Il patrimonio netto dell'Inps è pari a 5,87 miliardi, con un decremento sul 2014 di 12,54 miliardi. A questo riguardo è da rilevare come, per effetto di un peggioramento dei risultati previsionali assestati del 2016 (con un risultato economico negativo che si attesta su 7,65 miliardi) il patrimonio netto passi, per la prima volta dall’istituzione dell’ente, in territorio negativo per 1,73 miliardi», recita la nota. La Corte dei Conti sottolinea anche che lo scostamento tra i saldi finanziari e quelli economici è dovuto principalmente all'andamento dei residui attivi.

La Corte dei Conti sollecita la riforma dell'Istituto
Il conto economico infatti espone, al netto dell'accantonamento a riserva legale per 2,95 miliardi di euro un risultato di esercizio negativo per 16,3 miliardi (-12,48 miliardi nel 2014), condizionato da un accantonamento al fondo rischi crediti contributivi per 13,09 miliardi (4,97 miliardi nel 2014). Dal lato ordinamentale si conferma, nel giudizio della Corte dei conti, anche la necessità di un intervento normativo di revisione e coordinamento delle disposizioni primarie e regolamentari che disciplinano l'attività dell'Inps.

La replica di Tito Boeri
Parimenti, non si ritiene procrastinabile una riforma della governance dell'istituto negli assetti che qualificano il sistema duale voluto dal legislatore e, quindi, dei compiti di indirizzo e vigilanza intestati al Civ e di quelli di rappresentanza legale dell'ente e di indirizzo politico-amministrativo propri del presidente dell'istituto. Nella medesima direzione occorre un ripensamento di funzioni e compiti del direttore generale, anch'esso organo dell'ente, che ne definisca i confini, alla luce anche del principio di separazione tra attività di indirizzo politico e gestione amministrativa. La Corte dei Conti, insomma, bacchetta l'Istituto guidato da Tito Boeri, che incassa il colpo e risponde cercando di tranquillizzare i pensionati e i pensionandi.

Il silenzio (assenso?) del governo Gentiloni
Secondo Boeri, non ci sarebbe nessun allarme sui conti dell’Inps – sebbene al momento siano in rosso –, perché il disavanzo dell’Istituto di Previdenza Sociale deriverebbe «unicamente da ritardi nei trasferimenti dello Stato che vengono anticipati dall’Inps e poi ripianati». A margine di un convegno di Itinerari previdenziali, Tito Boeri ha voluto sottolineare che le pensioni non sono a rischio perché «le prestazioni sono garantite dallo Stato. Di conseguenza, ciò che conta non è il bilancio dell’Inps, ma dello Stato». Nessuna voce, invece, è giunta dal governo Gentiloni, che come abbiamo visto è stato tirato in ballo dallo stesso Boeri e che, almeno per il momento, preferisce soprassedere.