24 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Weidmann non usa giri di parole

La Bundesbank attacca l'Italia sui conti: «Ha deluso le aspettative»

I presidente della Bundesbank Jens Weidmann ha accusato l'Italia di aver deluso le aspettative sui conti, a fronte di un debito pubblico che fluttua sopra il 130% del Pil

BERLINO - Duro attacco all'Italia da parte del governatore della Bundesbank Jens Weidmann, che, in merito alla situazione economica del nostro Paese, ha parlato, senza troppi giri di parole, di «aspettative deluse». Weidmann si trovava ad Amburgo, nella sede locale della Banca Centrale Tedesca, per porgere il saluto a Arno Bäcker, un alto funzionario dell’istituzione che in passato fu distaccato a Roma, presso l’ambasciata della Germania. E' in quell'occasione che è scattato il commento, decisamente aspro, sulla situazione dei conti italiani, dato che il Belpaese «da anni ormai» ha un debito che fluttua sopra il 130% del Pil.

Aspettative deluse
Aspettative deluse, dunque, circa il percorso di risanamento dei conti pubblici cui l'Italia si era impegnata per l'adesione all'Euro. Weidmann ha poi aggiunto che anche l'avanzo primario vantato dal Roma non è sufficiente a determinare una permanente diminuzione del debito/Pil.

Riforme 
«In un rapporto dell’ambasciata del 2000 - avrebbe detto Weidmann  a Bäcker - lei si chiedeva se il ritmo delle riforme nel Paese sarebbe stato sufficiente per riguadagnare il terreno perduto nella competitività internazionale e per affrontare le sfide economiche del futuro. Il fatto che ancora oggi discutiamo della bassa dinamica di crescita dell’Italia è la risposta alla sua domanda». Il banchiere ha osservato che, ai primi anni Duemila, «i deficit di bilancio italiani hanno ricominciato a salire e sono rimasti a lungo sopra la soglia del 3%».

Banca Centrale Austriaca: Italia area più sensibile dell'Ue
Una critica a cui hanno fatto seguito anche le parole del governatore della Banca Centrale Austriaca, Ewald Nowotny. Anche lui, notoriamente un altro falco della Bce, non si è mostrato particolarmente generoso con il nostro Paese. «L'Italia è l'area più sensibile dell'Unione europea», ha sottolineato il banchiere, sostenendo come le difficoltà dei conti pubblici siano di fatto lo specchio delle difficoltà dell'economia reale,  da anni in stagnazione. Nowotny si è comunque mostrato meno rigido rispetto al collega tedesco, e ha affermato che è giusto ora concedere all'Italia flessibilità purché si facciano le riforme. Salvo poi precisare: «Il Patto di stabilita' e di crescita va rispettato seriamente nel tempo».