Incidente nucleare in Francia, perché la centrale di Flamanville era legata all'Italia
Questa mattina intorno alle 10 si è verificato un incidente nella centrale nucleare francese di Flamanville, in Normandia, che è stata per sei anni il perno della sinergia tra Roma e Parigi
PARIGI – Questa mattina intorno alle 10 si è verificata un'esplosione nella centrale nucleare di Flamanville, in Normandia, nel nord della Francia. I soccorritori giunti sul posto hanno riferito che cinque persone sono state «lievemente intossicate» e che un reattore nucleare della centrale è stato spento per precauzione. La centrale nucleare francese di Flamanville è stata per quasi sei anni uno dei perni delle strategie energetiche italiane.
L'incidente nella centrale francese di Flamanville
Secondo le autorità è escluso il rischio atomico o di contaminazione, perché l'esplosione sarebbe avvenuta nella sala macchine che si trova distante dalla zona nucleare. Inizialmente la prefettura aveva riferito di un «incidente tecnico significativo», ma secondo i soccorritori solo cinque persone sono state «lievemente intossicate». Per precauzione è stato tuttavia spento un reattore nucleare. Nel 2007 la centrale nucleare di Flamanville è stata protagonista della pax energetica tra Roma e Parigi, siglata dall'allora premier Romano Prodi e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, dopo la lunga crisi innescata dalla scalata di Edf a Edison.
La sinergia tra Roma e Parigi
L'accordo prevedeva l'ingresso di ENEL nel mercato francese e l'acquisizione di una quota del 12,5% in Flamanville che si stava espandendo. Nella centrale, che contava su due reattori PWR costruiti negli anni '80, stava infatti iniziando la costruzione di due altri reattori di tipo EPR, la massima espressione tecnologica del nucleare francese. La collaborazione tra ENEL ed Edf in Flamanville si fece più stringente quando il governo Berlusconi decise il rientro nel nucleare e scelse proprio la tecnologia francese EPR per realizzare quattro nuovi reattori in Italia. Tecnici della società elettrica furono trasferiti a Flamanville per prendere contratto con il nuovo tipo di reattore, la cui costruzione procedeva però a rilento tra mille difficoltà.
L'incidente di Fukushima e il referendum in Italia
La corsa dell'Italia verso il rientro nel nucleare si fermò drammaticamente nel marzo 2011 con l'incidente di Fukushima, in Giappone. Il successivo referendum indetto a giugno sulla scia del disastro giapponese bloccò il progetto di portare l'Epr in Italia. Un anno dopo, nel dicembre 2012, ENEL formalizzò la sua uscita dal progetto di Flamanville ottenendo un rimborso di 600 milioni di euro da Edf per i ritardi del progetto. Iniziata nel 2007 con un costo stimato di 3,3 miliardi di euro e un completamento previsto nel 2012, la costruzione dell'EPR di Flamanville è stata più volte rinviata mentre i costi sono schizzati fino a 8,5 miliardi di euro. Allo stato attuale si prevede il completamento a fine 2018, 11 anni dopo l'apertura del cantiere.