Fmi, le ragioni per cui dobbiamo temere l'arrivo della prossima crisi finanziaria
Secondo l'ex segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, gli arsenali della finanza statunitense sarebbero completamente impreparati ad affrontare il prossimo shock e lo shadow banking potrebbe aggravare qualsiasi crisi improvvisa
WASHINGTON - La prossima crisi finanziaria, ancora indeterminata nei suoi tempi e nella sua 'scintilla' di origine, vede gli Stati Uniti drammaticamente impreparati. Da un lato sono state rimosse parte delle difese che hanno consentito a Washington e al mondo di superare con fatica la peggiore crisi agli anni '30. Dall'altro i comportamenti di Wall Street sono cambiati in minima parte, creando le premesse per nuovi problemi. Lo hanno detto con forza, sulla platea del Fondo Monetario Internazionale di Washington, l'ex segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che nella gestione di quei momenti drammatici ha avuto un ruolo fondamentale, e Michael Lewis, lo scrittore che ha fatto conoscere al mondo con libri come "The Big Short", le dinamiche distruttive della grande finanza.
Vivere con gli attuali vincoli è pericoloso e irresponsabile
Entrambi, sono stati invitati da Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, a raccontare le loro esperienze sul palco del quartier generale dell'istituzione nelle ore finali degli incontri annuali del Fmi. «Vivere con gli attuali vincoli - ha detto Geithner, attualmente presidente della società finanziaria Warburg Pincus - è pericoloso per gli Stati Uniti. Ed è anche irresponsabile data l'importanza del sistema finanziario statunitense e del dollaro per l'economia mondiale».
Occorre più discrezionalità negli arsenali della finanza
Se gli Stati Uniti sono riusciti a varare interventi di emergenza durante la crisi del 2008, che hanno consentito di salvare istituzioni sistemiche che in caso contrario avrebbero fatto crollare l'economia mondiale, è stato anche grazie - ha spiegato Geithner - alla discrezionalità con la quale si sono potuti varare i primi interventi. E invece oggi le democrazie si sono evolute in una strada di controlli e contrappesi per circostanze nelle quali invece sarebbe giusto fornire discrezionalità per gli interventi di emergenza. «Occorre dunque fornire più discrezionalità e potere negli arsenali della finanza", ha sottolineato Geithner.
Lo shadow banking può aggravare qualsiasi crisi
Nel suo intervento Geithner, pur sottolineando che «cuscinetti di capitale» nel sistema finanziario internazionale dopo l'ultima crisi sono molto aumentati, ha descritto la crescita d'importanza nella finanza mondiale dello «shadow banking", il sistema bancario informale che, anche nei Paesi emergenti, sfugge ai controlli e che nell'eventualità di nuovi tracolli finanziari aggraverebbe l'entità del disastro. Nelle attuali condizioni, insomma, «anche se esistono ammortizzatori più forti, non c'è ragione di essere fiduciosi sulla capacità di prevenire tali shock».
Wall Strett non ha abbandonato i suoi vizi
Se non è detto che la prossima crisi segua modalità simili, Wall Street non sembra essersi comunque depurata dai suoi antichi vizi, ha sostenuto lo scrittore Michael Lewis in una singolare intervista tenuta dal direttore del Fmi Christine Lagarde nell'ultimo incontro pubblico degli annual meetings. «Sì - ha affermato Lewis - a Wall Street qualche cambiamento c'è stato. Ma se vogliamo parlare di cambiamenti che possano evitare loro di fare cose cattive, direi che i cambiamenti sono stati molto inferiori».
Le banche stanno facendo ancora cose velenose
Ma c'è una cosa ancora più rilevante. Il grande pubblico è stato persuaso che tali cambiamenti sono avvenuti? «Per niente». Quali regolamentazioni finanziarie sono state attuate? «E' così complicato che sono state raccontate molto male all'opinione pubblica. Se cammini per strada e chiedi: cos'hanno fatto per Wall Steeet ti risponderebbero: praticamente nulla». Le banche sono diventate più grandi «e stanno ancora facendo cose velenose, come è avvenuto con l'ultimo scandalo Well Fargo. Il problema della relazione tossica tra il settore finanziario e il resto della società non è stata affrontato».
Perché c'è da essere preoccupati
C'è dunque da essere preoccupati. E uno dei problemi principali da affrontare, ha spiegato ancora Geithner, è come affrontare il problema dell'azzardo morale, vale a dire della mancanza di incentivo da parte delle istituzioni finanziarie a comportarsi bene, nella probabilità che comunque saranno salvate, creando le premesse per nuovi comportamenti illeciti. L'ex segretario al Tesoro Usa, al riguardo, ha elencato tre principi che potrebbero limitare il problema: il primo è che la regolamentazione prudenziale deve accollarsi «la maggior parte del peso» di limitare l'azzardo morale.
Come combattere il panico sui mercati
E' necessario poi «conservare l'incertezza e la flessibilità sul passo della escalation degli interventi d'emergenza da parte delle autorità lasciando così negli investitori» e nei creditori delle istituzioni finanziarie un «sano senso di paura» fino al momento in cui sarà necessario agire per arrestare il panico sui mercati. Il terzo intervento proposto da Geithner potrebbe essere sintetizzato così: fare pagare caro alle grandi società finanziarie gli interventi d'emergenza a spese del contribuente. «Occorre - ha spiegato -imporre condizioni più severe sull'accesso alle misure di sostegno d'emergenza nel caso che esse debbano essere estese a istituzioni sistemiche». Occorre fornire liquidità e garanzie con un prezzo da pagare che sarà inferiore ai livelli prevalenti sul mercato durante le fasi di panico ma ben al di sopra delle normali condizioni, «allo scopo di limitare il rischio di un loro uso prolungato o di un abuso», ha concluso Geithner.
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