28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Vacilla la poltrona dell'AD

Unicredit, ecco cosa sta succedendo ai vertici del colosso bancario italiano

L'istituto creditizio “too big to fail” e “too complex to manage” ha bisogno di mettere in sicurezza i suoi conti con 7 miliardi di euro. Ecco perché potrebbe saltare la testa dell'ad Ghizzoni e perché oggi alle 16 si riunisce il suo consiglio straordinario

ROMA – L'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ieri è stato a Madrid per presenziare all'apertura di una nuova filiale e definisce «trasparenti» i rapporti con il board dell'istituto. Ma potrebbe dimettersi durante il consiglio di amministrazione convocato oggi in via straordinaria. Cosa sta succedendo nella banca più importante del paese, la sola italiana ad essere inserita nell’elenco dei 29 colossi globali considerati «too big to fail»?

Grandi manovre in Unicredit
La poltrona dell'amministratore delegato, Federico Ghizzoni, vacilla e potrebbero arrivare le sue dimissioni già nelle prossime ore. Ma non è l'unica. Traballa, infatti, anche quella del presidente Giuseppe Vita, incaricato di un mandato esplorativo per monitorare un processo di selezione finalizzato alla ricerca di un nuovo ad ai vertici dell'istituto. Inoltre, all'orizzonte ci sono cessioni di attività, chiusure di filiali e tagli di personale. Il titolo ha perso negli ultimi sei mesi il 48% del valore e il livello del capitale azionario viene considerato basso dai mercati, perché supera appena la soglia del 10% (è pari al 10,85%). Cosa sta succedendo in Unicredit?

Una banca «too big to fail» e «too complex to manage»
Innanzitutto, è importante sottolineare che l'istituto guidato (fino ad oggi) da Ghizzoni non è una banca come le altre, e non solo perché partecipa al fondo di investimento Atlante. Unicredit è il colosso per eccellenza del sistema bancario italiano e una «istituzione finanziaria di interesse sistemico» (Sifi), perché l'unica banca nazionale inserita nell'elenco dei 29 istituti mondiali considerati troppo grandi per poter fallire, esattamente come JP Morgan. E' «too big to fail», ma è anche «too complex to manage» perché la sua gestione è estremamente complicata.

Per mettere in sicurezza i conti servono dai 5 ai 7 miliardi
Dopo aver chiarito perché Unicredit è così importante nel sistema bancario italiano, veniamo al punto. Le ragioni delle tensioni in seno alla banca derivano dal fatto che sarebbe necessario mettere in sicurezza i suoi conti e per farlo servirebbero tra i 5 e i 7 miliardi di euro. Per questo, alcuni analisti ritengono inevitabile un aumento di capitale, ma non è una strada facilmente perseguibile. Secondo il Financial Times, che tuttavia non rende nota la sua fonte, uno dei primi dieci azionisti dell'istituto avrebbe dichiarato che Unicredit «ha bisogno di aumento di capitale, ma non può procedere perché i manager attuali hanno perso la fiducia dei mercati».

Perché potrebbe saltare la testa dell'ad Ghizzoni
Ecco spiegato il motivo per cui la testa di Ghizzoni rischia di essere decapitata. Come sottolineano Federico Fornaro e Fernando Pineda su Formiche.net, un cambio ai vertici della banca potrebbe facilitare l'operazione di ricapitalizzazione, ottenendo il favore dei mercati, ma le risorse per realizzarla sono comunque ingenti e non è detto che siano disponibili tra le Fondazioni socie di Unicredit. Non resta dunque che sondare un'altra via. L'alternativa all'aumento di capitale sono le cessioni, che permetterebbero di far cassa senza mettere mano al portafogli degli azionisti. Sembra, infatti, che Unicredit stia valutando la cessione di Fineco (che da sola vale 600 milioni) e di altre partecipazioni al fine di rendere più salda la sua posizione sul mercato.

Oggi alle 16 si riunisce il consiglio straordinario
L'urgenza di vendere, però, non gioca a suo vantaggio perché rischia di far abbassare considerevolmente il prezzo di vendita delle attività. In ogni caso, dal futuro di Unicredit dipende anche quello delle altre banche del panorama italiano perché le turbolenze che la riguardano potrebbero facilmente contagiare tutto il sistema bancario del paese. Anche per questo, e non a torto, il governo Renzi ha gli occhi puntati sugli avvenimenti delle prossime ore. Oggi alle 16 si svolgerà il consiglio di amministrazione straordinario della banca e vedremo se salterà o meno la poltrona dell'amministratore delegato. Sarà un buon indizio per provare a capire quale strada è stata scelta per il destino di Unicredit.