Lavoro nero a Roma, su 380 aziende ispezionate in centro storico 270 sono irregolari
Il Ministero del lavoro, per il tramite della Direzione territoriale del lavoro di Roma, nel mese di novembre ha effettuato controlli "a tappeto" nel centro di Roma. Ma non ha trovato nulla di buono
ROMA - Irregolari 270 aziende e 201 lavoratori in nero. E' il bilancio dei controlli effettuati dal ministero del lavoro al centro di Roma nel mese di novembre.
Controlli a tappeto nel mese di novembre
Il Ministero del lavoro, per il tramite della Direzione territoriale del lavoro di Roma, nel mese di novembre ha effettuato controlli «a tappeto» nel centro di Roma che hanno riguardato specifici settori commerciali, mirati alla verifica della regolare occupazione dei lavoratori. In particolare - si legge in una nota - , sono state rafforzate le iniziative già in corso finalizzate al contrasto del lavoro sommerso, tenuto conto che l'apertura dell'anno giubilare straordinario ha comportato la nascita di nuove attività rientranti soprattutto nell'alveo dei pubblici esercizi.
Tanti extracomunitari con esercizi irregolari
Gli accertamenti ispettivi sono stati focalizzati sui seguenti settori che, in base alle preliminari attività di intelligence avviate, sono considerati particolarmente a rischio: ristoranti, esercizi commerciali di vendita al dettaglio di frutta e verdura gestiti in particolare da stranieri (di cui si è riscontrato di recente un persistente incremento) e distributori di carburante e autolavaggi gestiti da personale extracomunitario.
Sfruttamento dei lavoratori e concorrenza sleale
Complessivamente sono state ispezionate 380 aziende, di cui 270 sono risultate irregolari, con una percentuale di irregolarità pari a circa il 70%. Sono state sospese 76 attività imprenditoriali, il 20% del totale, e riscontrati 201 lavoratori in nero, di cui 20 in stato di clandestinità. Le sanzioni irrogate ammontano a circa cinquecentomila euro. La consistente irregolarità riscontrata testimonia il dilagare di un fenomeno che da un lato lede la dignità dei lavoratori, privandoli di qualsivoglia tutela e garanzia, anche con sfruttamento della condizione di «clandestinità» e, dall'altro, produce forme di concorrenza sleale nei confronti delle aziende regolari.
(Fonte Askanews)
- 04/12/2018 Romano (Pd): "Caro Di Maio, non ci interessa cosa ha fatto tuo padre, ma rispondi a queste domande"
- 02/12/2018 Ci sono le carte: Di Maio non ha lavorato in nero. E Renzi, invece?
- 30/11/2018 Scintille tra Giordano e Romano (PD): "Di Maio molto più trasparente di Renzi e Boschi. Su Consip ti faccio un corso a parte"
- 29/11/2018 Di Maio colpito: sequestrati terreni del padre dopo l'accusa de Il Giornale