13 ottobre 2025
Aggiornato 16:30
Risultati peggiori delle attese

Nuovo scivolone dell'economia giapponese

Il problema è che il Premier Shinzo Abe ha fatto del rilancio dell'economia la sua priorità assoluta. Impegnando, per realizzare le sue promesse elettorali, sia la politica di bilancio che quella monetaria in manovre espansive sempre più sbilanciate.

TOKYO - Nuovo scivolone dell'economia del Giappone, ricaduto in recessione tecnica per la seconda volta da quando, tre anni or sono, il premier Shinzo Abe ne ha rilevato la guida. Il problema è che Abe ha fatto del rilancio dell'economia la sua priorità assoluta. Impegnando, per realizzare le sue promesse elettorali, sia la politica di bilancio che quella monetaria in manovre espansive sempre più sbilanciate.

E nonostante questo, il Pil del periodo luglio-settembre ha segnato una nuova contrazione, meno 0,2 per cento rispetto ai tre mesi antecedenti (peggio delle attese medie), quando aveva già subito un analogo meno 0,2 per cento (dato ritoccato in meglio). Nel confronto su base annua la contrazione è stata pari allo 0,8 per cento.

A riprova del nervosismo con cui l'esecutivo Abe ha accolto i dati, il ministro del (mancato) rilancio economico Akira Amari si è scagliato senza troppi complimenti contro le imprese. «Hanno incamerato utili da record, che razza di decisione è dimenticare gli investimenti - si è sfogato durante una conferenza stampa - mentre le loro attrezzature che intanto invecchiano?».

Perché come in parte accade anche in Europa, il problema chiave per la terza economia globale, superata in questi anni dalla vicina Cina, è la cronica mancanza di investimenti delle imprese. Proprio un paese che invece vanta alcuni dei maggiori conglomerati industriali globali. E così, secondo Taro Saito, capo economista del centro studi Nli, «l'economia è in stallo a dispetto del fatto che altri punti dell'Abenomics stanno migliorando, come gli utili delle società e le quotazioni in Borsa».

Proprio il mercato azionario nippon ha chiuso la seduta in ribasso dell'1,04 per cento. Ma non è chiaro se l'avvio di settimana ha risentito più dei dati, del calo di venerdì di Wall Street o del clima di incertezza generato dagli attacchi terroristici di venerdì a Parigi.

Peraltro alcuni osservatori rassicurano sull'effettivo andamento dell'economia, che dovrebbe migliorare più in avanti. Come Junichi Makino, della Smbc Nikko Securities, secondo cui il dato del terzo trimestre ha risentito del ciclo delle scorte. Meno ottimisti altri: Marcel Thieland, di Capital Economics mette in guardia dalla portata della ripresa e pronostica una crescita 2015 allo 0,5 per cento, meno della metà del più 1,2 per cento previsto dal governo.

Ora l'attenzione si sposterà nuovamente sulla Banca del Giappone, e sulle conclusioni del direttorio che verranno annunciate giovedì 19. Ma ovviamente dopo i massicci interventi messi in campo negli ultimi anni i margini di azione dell'istituzione monetaria sono limitati.