9 settembre 2024
Aggiornato 04:00
Pechino rischia di scatenare il caos sui mercati

Venerdì nero per le borse, l'Europa ha bruciato 330 miliardi di euro

L'incubo cinese sui mercati fa volare l'oro, ma il petrolio scende. Da Pechino è arrivato il dato shock sull'indice Pmi ai minimi dal 2009 certificando un preoccupante rallentamento della seconda economia mondiale.

ROMA (askanews) - Un venerdì nero per i mercati finanziari mondiali. La Cina sta diventando un incubo e fonte di incertezza sulle prospettive dell'economia globale. Non solo i nuovi crolli di Shanghai e Shenzhen che in due mesi dimezzano la capitalizzazione da 9.600 a 4.800 miliardi di dollari. Da Pechino è arrivato il dato shock sull'indice Pmi ai minimi dal 2009 certificando un preoccupante rallentamento della seconda economia mondiale.

Bruciati 330 miliardi di euro
Le borse europee hanno tentato di limitare i danni della tempesta che arriva da oriente ma nella seconda parte di giornata sulla scia della debolezza di Wall Street i mercati del vecchio continente hanno preso con decisione la strada del ribasso, schiacciati da ingenti ordini di vendita. Il bilancio di fine giornata è pesante. Sulla base dell'indice Eurostoxx 600 le borse europee bruciano 330 miliardi di euro mettendosi alle spalle una delle peggiori settimane dall'inizio dell'anno. In Europa maglia nera è Zurigo con l'indice Smi che precipita del 3,65%. Ribassi del 3,30% per Parigi, Francoforte e Madrid accusano ribassi di quasi il 3%. La borsa di Milano cede il 2,83% e Londra il 2,80%.

Pechino fa paura
I mercati globali sono ormai preda della sindrome cinese. La borsa di Shanghai oggi ha accusato un tonfo di oltre il 4% con un pesante bilancio settimanale, -12% nonostante le iniezioni di liquidità della banca centrale e i provvedimenti che dovrebbero arginare l'ondata ribassista ma che non si stanno rivelendo efficaci. Come ha rilevato un broker «la borsa cinese è come una sala da gioco e il governo è intervenuto chiudendo la metà dei tavoli».Il timore è che nonostante il crollo del 50% degli indici cinesi dai picchi del 12 giugno, il trend ribassista non sia ancora terminato.

In rialzo il prezzo dell'oro
La tempesta non colpisce solo le borse ma sta alimentando una avversione al richio da parte degli investitori che cercano lidi sicuri. Il bene rifugio per definizione è l'oro che da alcuni giorni registra rialzi consistenti. Oggi è salito di oltre 5 dollari portandosi a ridosso di 1.160 dollari l'oncia rispetto a 1.085 dollari della scorsa settimana. Ancora in calo il petrolio sui timori di rallentamento della domanda. Il Wti fa rotta verso la soglia psicologica dei 40 dollari barile. Sui cambi balzo dell'euro che in appena due giorni passa 1,0975 sul dollaro a 1,1365.