19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
E' lontana la normalizzazione della politica monetaria americana

Wall Street in forte calo, fanno paura le piazze asiatiche

La Cina mette a tappeto le valute dei mercati emergenti, ieri il Tenge - la valuta Kazaka - ha perso il 30% del suo valore

NEW YORK (askanews) - Gli indici a Wall Street viaggiano sui minimi intraday con l'S&P 500 che vede il suo bilancio da inizio anno tornare in negativo (-0,2%). Quello di Dow Jones e il Nasdaq, già in rosso, peggiora ulteriormente. Per l'indice delle 30 blue chip la flessione da gennaio è pari a un -3,5% mentre per quello tecnologico la contrazione è superiore al 4%.

Sale la preoccupazione per la crescita globale
Continuano le preoccupazioni per la crescita globale, alimentate ancora una volta dalla volatilità delle piazze asiatiche dove oggi lo Shanghai Composite ha perso il 3,4% (lunedì aveva ceduto il 6,2% e ieri era salito dell'1,2% dopo avere perso nel durante fino al 5%). Intanto le borse a Hong Kong e Taiwan sono entrate in territorio «orso», ossia hanno perso il 20% dai loro recenti massimi. In Europa il Dax tedesco segna un -1,8%, il Cac 40 francese cede l'1,65% e il Ftse Mib italiano perde il 2,24%. I timori sulla Cina - che martedì scorso ha svalutato lo yuan contro il dollaro, alimentando le tesi secondo cui la congiuntura è peggiore del previsto - stanno pesando sulle valute dei mercati emergenti, dal rand sudafricano al tenge kazako (sceso oggi del 25% contro il dollaro dopo che la banca centrale locale ha lasciato il tasso di cambio libero di fluttuare con l'intento di spingere la competitività della sua economia, strettamente legata all'esportazione di greggio a Cina e Russia).

Lontana la normalizzazione della politica monetaria americana
Il tutto si verifica mentre il mercato continua a interrogarsi quando la Federal Reserve inizierà ad alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006. Le condizioni di una stretta non sono ancora state raggiunte - recitano i verbali della riunione di luglio, diffusi ieri - ma si stanno avvicinando. I governatori americani però hanno sottolineato come la Cina preoccupi: un notevole rallentamento della seconda economia al mondo potrebbe avere ripercussioni sull'outlook statunitense. Le probabilità di una stretta a settembre - così come calcolate dai future sui Fed-Funds - sono scese al 24% e per Morgan Stanley arriveranno allo 0% entro il 17 settembre, quando verrà annunciata la decisione della banca centrale Usa. L'impressione tra trader e gestori è che con così tanta incertezza sul fronte globale, avviare la normalizzazione della politica monetaria americana sarebbe un errore.Il Dow Jones cede 216,77 punti, l'1,25%, a quota 17.131,96. L'S&P 500 scivola di 24,11 punti, l'1,16%, a quota 2.055,57. Il Nasdaq perde 85,475 punti, l'1,7%, a quota 4.932,38. Il petrolio viaggia sopra e sotto la parità ma a inizio seduta si era avvicinato ai 40 dollari per la prima volta dalla recessione. Il contratto a settembre - contratto in scadenza oggi - sale dello 0,07% a 40,83 dollari al barile dopo il tonfo del 4,3% di ieri.