19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Lo studio condotto da Uil Roma e Lazio

Nel Lazio la disoccupazione più alta d'Italia

I dati Istat rivelano che nella regione Lazio, rispetto al primo trimestre del 2014, i disoccupati sono 22 mila in più. Si tratta soprattutto di donne

ROMA - Da uno studio della Uil di Roma e del Lazio e dell’Eures, su elaborazione dei dati Istat, emerge che la regione Lazio sia quella con il maggior incremento di disoccupati. Rispetto al primo trimestre del 2014, i dati Istat rivelano che, in controtendenza con i numeri nazionali, nel Lazio i disoccupati sono stati 22 mila in più.

Nel resto d'Italia disoccupazione in decremento
Se a livello nazionale i soggetti in cerca di lavoro, nei primi tre mesi del 2015, subiscono un calo del 4,2% rispetto al 2014 (pari a 145 mila unità) e su venti regioni in quattordici si registra un decremento della disoccupazione, con numeri importanti in Veneto, Liguria e Campania con riduzioni che toccano -14,2%, nel Lazio la situazione è ben diversa. Sono sei le regioni che vedono un aumento della disoccupazione e la regione Lazio si piazza prima tra queste, a seguire Trentino e l’Umbria, con un incremento tendenziale pari rispettivamente a +3,9% e +3,3%.

Situazione drammatica
A commentare i dati è il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica, secondo il quale siamo di fronte ad una «situazione drammatica, ben lontana da quanto illustrato nei mesi scorsi dalla Regione Lazio Regione che, a fronte di dati Istat preoccupanti sulla disoccupazione, evidenziava invece il debole dato positivo relativo alla crescita occupazionale. La situazione inoltre è ulteriormente aggravata dal fatto che diminuisce di oltre 10 mila unità il numero degli inattivi. Ciò significa che c’è una maggiore propensione alla ricerca di un impiego, frustrata però da un mercato ancora sostanzialmente fermo. A causa anche della latitanza di un ruolo attivo della grandi amministrazioni pubbliche, in particolare il Comune di Roma e la Regione Lazio, che non può essere attribuita solo all’effetto di Mafia Capitale».

Donne penalizzate
Ad essere maggiormente toccate dai dati negativi nel Lazio sono le donne: da gennaio a marzo di quest'anno, infatti, il tasso di disoccupazione femminile passa dal 12,3% al 14,5%, mettendo in risalto le evidenti difficoltà di inserimento occupazionale. Ancora una volta il Lazio si discosta dalla dinamica nazionale, dove il tasso di disoccupazione femminile invece scende dal 14,4% al 13,8%. Sono 3800 le unità in meno che si registrano soprattutto tra i lavoratori autonomi, quindi imprenditori, liberi professionisti, collaboratori familiari.

Il fallimento di Garanzia Giovani
Per quanto concerne il fronte occupazionale, la lieve crescita complessivamente registrata su base tendenziale (+0,1%), interessa il solo universo dei lavoratori dipendenti. Come continua, ancora, Civica, «il moderato incremento del lavoro dipendente non deve trarre in inganno e il dato allarmante nel Lazio sulla disoccupazione ci conferma purtroppo quanto espedienti e palliativi valgano poco a livello pratico. Un esempio tra tutti il fallimento di Garanzia Giovani, che lungi dall’aver inciso sull’occupazione, continua a presentare risultati lontani dai dati reali e dalle aspettative per cui era stato creato. Non servono proclami a tutele crescenti ma una politica economica seria che punti su lavoro e sociale piuttosto che su piani di rientro e impostazioni schematizzate. E il lavoro si crea attraverso staffette generazionali, uso differente dei soldi pubblici, piani di sviluppo partecipati, utilizzo efficiente della gestione dei fondi europei, solo per citare qualche proposta su cui stiamo lavorando a livello pratico e che presenteremo subito dopo l’estate».