18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Galletti: «Un connubio tra ambiente, agricoltura ed energia»

In Sicilia si produrrà energia dalla posidonia, ma guai a considerarla un rifiuto

Verrà avviato a Castelvetrano Selinunte (Tp) un impianto pilota per produrre compost dalla pianta acquatica, che potrà essere usato come fertilizzante o combustibile. Questo vegetale, malvisto da molti bagnanti, è una vera e propria manna dal cielo per quelle spiagge dove è presente, perché fra le altre cose indica una buona qualità dell'acqua e le protegge dall'erosione

ROMA – Produrre energia dalla posidonia. E' quello che si vuole fare in Sicilia, a Castelvetrano Selinunte (Tp) in località Marinella, dove sarà realizzato un impianto di compostaggio, dove la pianta acquatica sarà pulita, triturata e trasformata in compost per fertilizzare i campi o in combustibile per la produzione di energia.

GALLETTI, CONNUBIO AMBIENTE; AGRICOLTURA ENERGIA - «Sviluppo del territorio e rispetto dell’ambiente devono viaggiare di pari passo», ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo alla conferenza di presentazione del progetto «MedCot» Italia-Tunisia, per rimuovere la posidonia spiaggiata e rilanciare il turismo. «Si tratta di un progetto importante in quanto punta alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità – ha affermato il Ministro – realizza un connubio tra ambiente, agricoltura ed energia; punta al rilancio del turismo; incentiva l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica. E, non ultimo, è un progetto che si avvale della cooperazione internazionale, fondamentale per il nostro ministero». Galletti ha concluso: «Il rispetto dell’ambiente non è un vincolo ma una grande opportunità di sviluppo per i territori. Saremo sempre al fianco degli amministratori locali che promuovono le buone pratiche».

UN PROBLEMA O UNA RISORSA? - Nel comunicato stampa di presentazione del progetto, è spiegato che l'obiettivo principale di Medcot è quello di restituire al turismo i litorali in cui si accumula la posidonia spiaggiata, trasformandola «da rifiuto a risorsa nel rispetto dell’ambiente e senza costi ulteriori per i comuni interessati». Questa pianta acquatica è vissuta in molte località balneari come un problema, a causa dell'odore caratteristico che assume, ma in realtà è una vera e propria manna dal cielo per quelle spiagge dove è presente. La posidonia infatti cresce solo in presenza di acque pulite, e oltre al beneficio che porta in acqua (ossigenazione, stabilizzazione del substrato e rifugio per la vita di numerosi animali e vegetali) svolge importanti funzioni anche a terra. Oltre a fare da «barriera» per la costa dall'acqua, mitigando la spinta delle correnti, anche le sue foglie che si accumulano sulla spiaggia proteggono la costa dall'erosione. Eliminare i cumuli di posidonia può causare la perdita parziale o addirittura la scomparsa delle spiagge attraverso la regressione della battigia. Infatti, il sedimento intrappolato dai cascami di posidonia presenti nelle spiagge contengono circa il 50 per cento della sabbia.

WWF, POSIDONIA MEGLIO DI BANDIERA BLU - Nel 2012 il Wwf con il suo «Dossier coste: il profilo «fragile» dell’Italia», aveva raccomandato di non rimuovere i residui di posidonia dalle spiagge. Nel testo era scritto che «la presenza di resti di posidonia sulla spiaggia è indice di alta qualità ambientale, molto meglio di una «bandiera blu»: i comuni dovrebbero quindi andarne fieri e non far di tutto per rimuoverne ogni indizio! La degradazione delle foglie è alla base delle catene alimentari costiere, garantendo così una pesca abbondante e i cordoni che si spiaggiano sono un formidabile strumento per smorzare la forza delle onde e consentire alla sabbia di depositarsi ed essere trattenuta. Tuttavia se proprio si ritiene indispensabile rimuovere depositi considerati eccessivi, ci si limiti a spostarli con grande accortezza al margine della spiaggia, al piede della duna, dove con il tempo verranno coperti dalla sabbia e dalla vegetazione dando vita ad un nuovo cordone dunale; oppure possono essere ammucchiati dove non danno fastidio ma alla fine dell’estate andranno restituiti alla riva».