19 aprile 2024
Aggiornato 21:30
La crisi greca

Grecia, l'FMI lascia Bruxelles

«Le discussioni tecniche si sono fermate». Doccia gelata del Fondo monetario internazionale sulle attese di soluzione della crisi greca dopo che la Borsa di Atene ha corso tutto il giorno (+8,8%) mentre i mercati aperti hanno azzerato i guadagni

BRUXELLES - Doccia fredda dal Fondo monetario internazionale sulla Grecia. Non si è fatto «alcun progresso» per avvicinare le posizioni sui nodi chiave e "siamo ben lontani da un accordo", ha affermato il direttore delle comunicazioni, Gerry Rice durante l'incontro mensile con la stampa. I negoziatori dell'istituzione di Washington hanno perfino lasciato Bruxelles, e sono rientrati nel quartier generale.

Certo, il Fmi «non abbandona mai i tavoli», come ha più volte ripetuto la direttrice Christine Lagarde. Ma al momento è tutto fermo "e non c'è nemmeno una data prevista su una eventuale ripresa delle trattative. La stessa Lagarde sarà sì in Europa la prossima settimana, ma per appuntamenti già previsti: un intervento a Bruxelles e la presentazione del rapporto annuale sull'area euro, che invece si svolgerà in Lusseburgo. Non è comunque escluso che alla fine partecipi all'Eurogruppo che si terrà giovedì 18 giugno. E che il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, tra i più duri oggi con la Grecia («basta scommesse - ha detto - non cè più tempo») ha voluto rimarcare.

«Ci risulta che le autorità greche stiano discutendo a livello politico e che stanno preparando alcune nuove proposte. La palla è nel loro campo. Siamo pronti a riprendere le trattative ma al momento - ha detto Rice - non ci sono date previste».

Dichiarazioni che contrastano decisamente con il clima di crescente ottimismo che era lievitato nelle ultime ore, tanto da spingere la borsa di Atene a segnare un rally di oltre l'8 per cento, dopo una serie di pesanti cali. Il mercato ellenico ha chiuso prima che venissero diffuse le dichiarazioni di Rice, quindi è possibile che domani subisca una nuova repentina inversione di rotta.

L'esponente del Fmi ha poi risposto per le rime alle accuse che nelle ultime settimane sono arrivate da Atene proprio a Ue e Fmi sulle loro presunte richieste "assurde». Semmai è la Grecia ad avere pretese «insostenibili» su pensioni e tasse. «In Grecia - ha detto - pensioni e salari rappresentano il 18 per cento della spesa primaria. Non è possibile raggiungere gli obiettivi di bilancio di medio termine senza una riforma delle pensioni. E tutti riconoscono che lo schema pensionistico greco è insostenibile».

Il sistema pensionistico ellenico «riceve trasferimenti annui pari al 10 per cento del Pil dallo Stato, a fronte di una media europea del 2,5 per cento. La pensione media greca è allo stesso livello che in Germania, ma si va in pensione sei anni prima e il Pil procapite - ha insistito l'esponente del Fmi - è la metà di quello tedesco». Rice ha voluto porre enfasi sul fatto fatto che le proposte di riforma del sistema pensionistico elaborate da Ue e Fmi avrebbero tutelato le pensioni delle fasce più vulnerabili.

E sulle tasse stessa storia. «La politica di aumentare aliquote già alte non è sostenibile. Quindi è cruciale allargare il prelievo e fin dall'inizio Fmi ha spinto per la riforma dell'Iva. La Grecia - ha detto Rice - ha uno dei maggiori gap nell'Ue su raccolta dell'Iva rispetto a quanto dovrebbe incassare. Ha una strutturazione molto complessa» di questa imposta e secondo il Fmi andrebbe rivista per ottenere entrate supplementari pari ad 1 punto di Pil.