18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Bp, Shell Total Statoil e Cane a sei zampe insieme

I petrolieri europei scendono in campo contro il cambiamento climatico

Cinque fra le maggiori compagnie energetiche, fra cui l'Eni, hanno chiesto che venga istituito un sistema per la tariffazione globale della C02. «Lo dobbiamo alle generazioni future, dobbiamo cercare soluzioni realistiche e praticabili per vincere la sfida e riuscire a fornire più energia e, contemporaneamente, lottare contro i cambiamenti climatici» hanno scritto in una lettera al Financial Times

WASHINGTON – Cinque fra le maggiori compagnie energetiche globali, fra cui l'Eni, hanno chiesto che venga istituito un sistema per la tariffazione globale della C02. «Lo dobbiamo alle generazioni future, dobbiamo cercare soluzioni realistiche e praticabili per vincere la sfida e riuscire a fornire più energia e, contemporaneamente, lottare contro i cambiamenti climatici», hanno scritto in una lettera al Financial Times gli amministratori delegati della britannica Bp, dell'anglo-olandese Shell, della francese Total, della norvegese Statoil e del Cane a sei zampe.

UN NUOVO APPROCCIO - Le compagnie petrolifere europee hanno fatto fronte comune chiedendo all'Onu che si insaturi una collaborazione per elaborare un piano condiviso per fermare il riscaldamento globale e invitando i governi a partecipare a colloqui diretti sul tema. «Abbiamo importanti suggerimenti per contribuire alla creazione e all'attuazione di un approccio funzionale per i prezzi dei fossili» c'è scritto nella loro missiva. Il Financial Times ha commentato la presa di posizione di queste compagnie, definendola una svolta, ricordando come queste imprese abbiano sempre preferito avvicinare privatamente i governanti al posto di esporsi con dichiarazioni pubbliche.

VERSO L'ADDIO AI FOSSILI? - A Parigi, a dicembre, prenderà il via la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite chiamata a firmare un patto globale sul clima (COP21). Alcuni Paesi chiedono che l'accordo includa uno calendario vincolante per la graduale eliminazione dei combustibili fossili, considerati i primi responsabili del riscaldamento globale. Non è chiaro se una misura simile sarà approvata, ma la crescente pressione sui gruppi petroliferi ed energetici rispetto alle questioni climatiche ha determinato una frattura tra quelli europei e quelli americani. Tanto che gli ad di ExxonMobil e Chevron, le due maggiori compagnie petrolifere americane, hanno detto che non si sarebbero uniti a quelle europee per una iniziativa comune sul riscaldamento globale.

L'ENI NELL'OGCI - L'Eni ha anche aderito all'Oil and Gas Climate Initiative (Ogci) – di cui fanno parte anche BG Group, Bp, Pemex, Saudi Aramco, Shell, Sinopec e Total che ha tenuto il suo primo multi-stakeholder workshop di alto profilo per discutere dei contributi del settore alla mitigazione del cambiamento climatico. Le aziende che compongono l'Ogci producono quasi 25 milioni di barili di olio equivalente al giorno, circa un sesto della produzione mondiale di petrolio e di gas e hanno deciso di avviare un ambizioso piano di azione per contribuire alla lotta al cambiamento climatico. I risultati del workshop contribuiranno al primo report dell’Ogci, che sarà pubblicato in vista della ventunesima edizione della Conferenza sul Clima che si terrà a Parigi. Il report evidenzierà le azioni pratiche adottate dalle aziende che fanno parte dell’Ogci per migliorare la gestione delle emissioni dei gas serra e per evolvere nel lungo periodo verso un’energia a minor contenuto di carbonio.