Saipem entra nel mercato cinese
La controllata ENI è tornata a brillare a Piazza Affari. Il titolo è stato spinto fra i più brillanti della Borsa italiana dall'annuncio della creazione di una joint venture con il colosso cinese PetroChina. Intanto ieri la Consob ha comunicato che Dodge & Cox ha raddoppiato la propria partecipazione al 10,4%, diventando il secondo azionista.
ROMA – Dopo aver pagato per alcuni giorni la presentazione del piano strategico di Eni, la controllata del Cane a sei zampe Saipem è tornata a brillare a Piazza Affari (+2,99% a 9,12 euro alle 16).
APERTE LE PORTE DELLA CINA - Il titolo è stato spinto fra i più brillanti della Borsa italiana dall'annuncio della creazione di una joint venture con il colosso cinese PetroChina. L'amministratore delegato Umberto Vergine ha siglato oggi l'accordo a Pechino con il suo omologo cinese Zhao Yujian, chairman di China Petroleum Pipeline Engineering Corporation, società del gruppo PetroChina. Saipem grazie al 49 per cento delle quote di questa nuova società, che secondo alcune indiscrezioni ha previsto nel proprio business plan ricavi per 700 milioni nei primi quattro anni, con profitti per 42 milioni, potrà realizzare impianti in Cina.
DODGE & COX SECONDO AZIONISTA - Intanto ieri la Consob ha comunicato che Dodge & Cox ha raddoppiato la propria partecipazione in Saipem al 10,423 per cento (possedeva il 5,044% dal 4 febbraio del 2014). La partecipazione è in gestione discrezionale del risparmio di cui il 9,260% per conto di Dodge & Cox Intrenational Stocks Fund. L'operazione è avvenuta lo scorso 10 marzo. Il fondo di investimento Usa è diventato quindi il secondo azionista dopo Eni (42,93%) e prima della People's Bank of China (2,034%). Il Messaggero poi ha diffuso la notizia secondo cui la russa Rosneft sarebbe nuovamente interessata a quote di Saipem. Secondo il quotidiano romano Eni, che ha messo in stand-by la vendita della società, potrebbe sbloccare la situazione per «l'interesse da parte del colosso petrolifero russo Rosneft». L'operazione, tuttavia, ha proseguito la testata potrebbe non piacere ai californiani di Dodge & Cox.
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