19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
La crisi libica

Madrid: embrago al petrolio libico per portare la pace nel Paese

Bloccare le importazioni di greggio e congelare i beni della Banca centrale, se il negoziato che si sta svolgendo in Marocco grazie alla mediazione delle Nazioni unite per formare un governo di unità nazionale in Libia dovesse fallire. Questa la posizione del ministro degli Esteri spagnolo.

BRUXELLES – Embargo al petrolio libico e congelamento dei beni della Banca centrale nazionale, se il negoziato che si sta svolgendo in Marocco grazie alla mediazione delle Nazioni unite per formare un governo di unità nazionale dovesse fallire.

MADRID, EMBARGO A PETROLIO - La proposta è arrivata dal ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo. Secondo il rappresentante di Madrid questa trattativa è «l'ultima speranza per una soluzione pacifica» alla guerra civile che sta sconvolgendo il Paese dal 2011, e che se le parti non dovessero scendere a compromessi l'Unione europea dovrebbe obbligarle a tonare a confrontarsi. «Penso che dovremmo valutare misure di congelamento dei beni della Banca centrale e forse anche un embargo sul petrolio, per convincere le parti che la crescita economica può esserci solo con la stabilità politica», ha spiegato Garcia-Margallo.

MOGHERINI, NESSUNA SOLUZIONE MILITARE - Intanto l'Ue ha invitato la responsabile della Politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, a predisporre «il più presto possibile» delle proposte per inviare in Libia una missione, non appena venisse a formarsi un governo di unità nazionale. In particolar modo i titolari degli Esteri dei Paesi membri dell'Ue, durante una riunione sul tema a Bruxelles, hanno pensato all'invio di personale militare e civile per il «sostegno alle soluzioni adottate per il mantenimento della sicurezza, in stretta cooperazione con l'Onu, la Libia, gli alleati più importanti e i principali attori della regione». Mogherini ha sottolineato che ad ora non sia prevista alcuna soluzione militare al conflitto, impegnandosi a presentare delle proposte entro il 20 aprile; fra le soluzioni possibili vi sono una missione di sicurezza per gli obbiettivi sensibili come aeroporti ed edifici governativi, di monitoraggio di un cessate il fuoco, o di un pattugliamento navale.

GENTILONI, IMPIEGARE CARABINIERI - L'Italia per bocca del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha chiarito di ritenere «importantissima» una missione internazionale di polizia, sorveglianza e monitoraggio in Libia, con un ruolo rilevante per i carabinieri, ma solo dopo che si sarà riusciti a concludere con successo lo sforzo negoziale in atto per arrivare a un governo di unità nazionale. «L'Italia farà la sua parte», ma con un'azione «ausiliaria» e non con azioni militari di tipo «interventista», ha detto Gentiloni. «Un lavoro multilaterale, ma l'Italia sarà una parte importantissima di questo lavoro. Ne va del nostro interesse nazionale e della nostra sicurezza», ha concluso il titolare della Farnesina.