11 dicembre 2024
Aggiornato 17:30
Nuovo incontro tra i due governi che si contendono il controllo

Libia: la National oil company chiude 11 pozzi petroliferi

La Noc ha dichiarato lo stato di forza maggiore e ha fermato le attività in 11 giacimenti del Paese a seguito degli assalti del 4 marzo a due impianti. Inoltre è tornata a minacciare lo stop a tutte le attività se le condizioni di sicurezza non dovessero migliorare. Per l'Italia potrebbe significare l'interruzione delle forniture di metano attraverso Greenstream (il 9% delle importazioni totali).

TRIPOLI – Il colosso energetico libico, il National oil company (Noc), ha dichiarato lo stato di forza maggiore e ha fermato le attività in 11 giacimenti del Paese a seguito degli assalti del 4 marzo a due pozzi petroliferi, quello di Al-Bahi e quello di Al-Mabrouk, a circa 500 chilometri a est di Tripoli. La Noc ha aggiunto che la decisione, messa in atto per tutelarsi da possibili azioni legali da parte di clienti stranieri che potrebbero protestare per uno stop agli approvvigionamenti, è stata presa «urgentemente» perché costretta dalle devastazioni ad alcuni giacimenti e ai porti nelle loro vicinanze.

L'ITALIA RESTERÀ A SECCO? - Infine la Noc è tornata a minacciare la chiusura di tutti i campi petroliferi e delle aree portuali, se le condizioni di sicurezza non dovessero migliorare. Questo comporterebbe l'arresto di tutte le altre attività connesse, compresa la produzione di gas, un duro colpo per l'Italia che attraverso il gasdotto Greenstream (75% in mano a Eni, 25% alla Noc)​ riceve quasi un decimo del gas importato dall'estero.

IL VERTICE DI PACE IN MAROCCO - Gli attacchi sarebbero stati compiuti da «un gran numero di miliziani che si autodefiniscono rappresentanti dello Stato islamico in Libia», secondo Ali Hassi, capo delle forze a protezione dei pozzi petroliferi. Hassi ha aggiunto che i suoi uomini si sono confrontati con altri jihadisti in un terzo giacimento, quello di al-Dahra. A dare loro manforte è intervenuta quella parte dell'aviazione libica che che obbedisce a uno dei due governi in lotta per il controllo del Paese, quello di Tripoli retto dalla Fratellanza musulmana, non riconosciuto dalla comunità internazionale. Lo ha comunicato il ministro del Petrolio, Mashallah al-Zewi, del nuovo General National Congress. Intanto oggi è in programma in Marocco un nuovo incontro tra i due governi che si contendono il controllo della Libia, quello del parlamento di Tobruk e il già citato General National Congress.