20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Decreti Jobs act

Camusso sul piede di guerra

«Questa partita è solo agli inizi. Continueremo a lottare, a mobilitarci, a scioperare anche contro le aziende perché non può esserci uno che incassa e l'altro che subisce soltanto». E questo è il piano d'azione della Cgil, il secondo tempo dello scontro con il governo sul Jobs act.

ROMA - Prosegue la polemica tra Cgil e Governo sul Jobs act. Dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri dei primi decreti attuativi sulla riforma, alla vigilia di natale, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dalle pagine di Repubblica promette nuovi scioperi.
«Questa partita è solo agli inizi - afferma la Camusso in un'intervista -. Continueremo a lottare e a mobilitarci, a scioperare anche contro le aziende perché non può esserci uno che incassa e l'altro che subisce soltanto. Useremo la contrattazione e i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per ribaltare un'idea recessiva del lavoro».
La Camusso, ammettendo che l'inserimento dell'opzione dell'opting out avrebbe peggiorato la situazione ancor di più fa però notare che «un lavoratore licenziato si troverà sotto una fortissima pressione perché rinunci alla via giudiziaria a tutela di un suo diritto. Tutto viene affidato all'imprenditore che per definzione è suo superiore. Questo è il punto».

Renzi: polemiche su Jobs Act? Mi assumo responsabilità scelte
«Ci sono momenti in cui un leader o presunto tale si assume la responsabilità delle scelte finali». Così Matteo Renzi, a proposito delle polemiche che hanno accompagnato l'emanazione dei decreti attuativi del Jobs Act.
«Le forze politiche, le componenti interne, cercano di giocare su questo. Ma a quelli di destra che volevano di più, chiedo 'dove eravate in questi anni?', perchè mai nessuno era arrivato a tanto. A chi da sinistra voleva più tutele ricordo l'Aspi e le tutele crescenti. Si poteva fare di più? Può darsi, ma intanto abbiamo fatto dei passi avanti». Certo «il clima politico è molto sensibile e suscettibile sul lavoro per un di più di attenzione ideologica, senza la quale non ci sarebbe stata l'attenzione alle virgole che c'è stata». In ogni caso il via libera è arrivato «senza grandi polemiche in Cdm, se poi fuori c'è il gioco della parti va bene».
Comunque, ha assicurato Renzi, «il testo è aperto alle Commissioni parlamentare, siamo pronti a rivedere i nostri convincimenti: ma è un passo in avanti strepitoso».