27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Grazie all'euro debole +7,4 sul 2013

Una ciambella di salvataggio dall'export

L'avanzo del commercio con l'estero di settembre, 18,5 miliardi, segna un netto incremento sia rispetto ad un anno prima, 10,8 miliardi, sia rispetto agli 8,6 miliardi registrato ad agosto. Una dinamica che deriva dal fatto che la crescita delle esportazioni ha nettamente superato la dinamica delle importazioni, aumentate del 4 per cento a 153,4 miliardi di euro a settembre.

ROMA - L'avanzo del commercio con l'estero di settembre, 18,5 miliardi, segna un netto incremento sia rispetto ad un anno prima, 10,8 miliardi, sia rispetto agli 8,6 miliardi registrato ad agosto. Una dinamica che deriva dal fatto che la crescita delle esportazioni ha nettamente superato la dinamica delle importazioni, aumentate del 4 per cento a 153,4 miliardi di euro a settembre.

L'EURO DEBOLE SOSTIENE L'EXPORT - Le esportazioni dell'area euro reagiscono positivamente ai cali della valuta condivisa, mettendo a segno una crescita del 9 per cento a settembre, mentre il surplus complessivo è addirittura balzato di oltre il 71 per cento rispetto ad un anno prima, a 18,5 miliardi di euro. Lo riporta Eurostat, l'ente di statistica comunitario precisando che a settembre il valore delle esportazioni dell'area euro ha raggiunto 171,9 miliardi di euro, dai 158,4 miliardi dello stesso mese del 2013.

LA BCE TEME LA DEFLAZIONE - Settembre era iniziato con l'euro calato di quasi il 3 per cento rispetto ai picchi toccati tra marzo e maggio. La valuta condivisa aveva quindi segnato un primo netto deprezzamento rispetto ai picchi toccati durante la primavera. Tra marzo e maggio, era arrivata più volte a sfiorare quota 1,40 dollari, suscitando crescenti allarmismi della Bce che vedeva questi movimenti come un fattore che poteva inasprire la debolezza dell'inflazione, da tempo considerata già troppo bassa.

ARRIVA IL PRONTO SOCCORSO DI DRAGHI - Per questo, a partire da maggio, l'istituzione guidata da Mario Draghi ha adottato nuove misure espansive, che hanno avuto un impatto evidente anche sui cambi. Da oltre 1,39 dollari cui si trovava a inizio maggio, è sceso attorno attorno a quota 1,36 a inizio luglio, per poi accentuare la caduta fino a 1,32 dollari a inizio settembre. Da allora ha ulteriormente segnato netti ribassi, attualmente si attesta a 1,2491 dollari, ma già i dati di settembre del commercio estero seguivano una prima netta fase di deprezzamento.

E L'EXPORT RESPIRA - Il deprezzamento della valuta ha dato respiro alle esportazioni. L'accelerazione di settembre si è confermata indirettamente nel consuntivo dei primi nove mesi dell'anno: in questo caso l'incremento dell'export è solo marginale, più 2 per cento a 1.433,3 miliardi di euro, dato che nei mesi precedenti la dinamica era stata più debole. Sulle importazioni i primi tre trimestri si sono chiusi con una variazione nulla a 1.307,5 miliardi. Infine, i primi nove mesi dell'anno si sono chiusi con un surplus commerciale complessivo di Eurolandia da 125,8 miliardi di euro, il 20 per cento in più rispetto ai 104,8 miliardi di euro dello stesso periodo del 2013.