27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Jobs act

Anticipo Tfr, gli artigiani e i sindacati veneti dicono «no»

E' unanime la risposta veneta alla proposta del premier di mettere il Tfr in busta paga dal 2015. Sia il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto che la segretaria della Cisl del Veneto la ritengono uno sbaglio, se non una vera e propria truffa ai danni dei lavoratori.

VENETO - «No all'ipotesi di anticipare mensilmente parte del Tfr ai dipendenti. Sarebbe un grave errore. Ridurrebbe ancor di più investimenti e posti di lavoro sul versante delle imprese e penalizzerebbe pure i dipendenti». Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto a seguito della conferma, ieri sera, dell'ipotesi da parte del Premier Renzi in direzione Pd.

SBALCHIERO (CONFARTIGIANATO VENETO): E' UN'ALTRA TRUFFA - «Ancora una volta - spiega Sbalchiero- si vuole percorrere la strada di incentivare i consumi dei lavoratori. Operazione meritevole se fosse accompagnata da politiche volte ad aumentare la fiducia dei consumatori, altrimenti si rischia il flop avuto con gli ottanta euro. Come sottolineano i dati del CENSIS, gli italiani preoccupati e sfiduciati per il futuro, hanno aumentato del 23% i loro risparmi. Quella sul TFR è un' uscita estemporanea al di fuori di tutte le logiche su cui si è ragionato negli ultimi anni. Non vorremmo che dietro a questo ci fosse la volontà di recuperare Irpef a danno dei lavoratori, vista la diversa tassazione cui è assoggettato».

FLAVIA PORTO (CISL): SONO PERPLESSA E PESSIMISTA - «L'ipotesi di destinare il Trf (per intero o in parte) ai consumi immediati ci lascia molto perplessi»: ha sottolineato in una nota la segretaria della Cisl del Veneto, Franca Porto. «Siamo dell'avviso infatti - ha aggiunto - che questa parte del salario debba essere indirizzata alla previdenza complementare, a garantire cioè un reddito sufficiente alle prossime generazioni di pensionati. Ricordiamoci tutti (governo, partiti, parti sociali e organi di informazione) - ha quindi ribadito la sindacalista vicentina - che le pensioni calcolate con il sistema retributivo sono finite da un pezzo e da qualche anno siamo già con il sistema misto (retributivo e contributivo) che però, a breve, cederà definitivamente il passo al contributivo prevalente o puro. Per dirla in parole povere: nel giro di qualche anno tutti avranno pensioni pubbliche con un importo, rapportato alla retribuzione, molto più basso», ha concluso.