Allarme deflazione, giù il PIL italiano
Fitch: rallenta anche la Germania. Bassa inflazione, domanda debole e calo delle aspettative rendono il rischio deflazione significativo e crescente.
ROMA - Anche se previsto, il nuovo indebolimento dell'inflazione nell'area euro - ad agosto ha segnato un dolente 0,3 per cento su base annua - richiama in causa la Banca centrale europea, che giovedì vedrà i vertici riunirsi a Napoli. E' questa una delle due occasioni in cui, ogni anno, il Consiglio non si svolge alla sede istituzionale di Francoforte, ma a rotazione tra le città europee. La BCE ha da poco presentato una nuova serie di misure con l'obiettivo di riportare l'inflazione a livelli più accettabili. Gli ultimi svolgimenti hanno rinvigorito la tesi che debba fare di più, scenario che si è proiettato immediatamente sul mercato dei cambi con l'euro calato a nuovi minimi da oltre due anni.
L'ASTA DI RIFINANZIAMENTO DELLA BCE - A settembre la Bce ha azzerato i tassi di interesse di riferimento e messo in pratica la prima delle nuove aste di rifinanziamento di lungo termine a favore delle banche (Tltro), fondi agevolati stavolta però vincolati al riutilizzo nell'economia reale. Ha deciso di accelerare su un sistema di acquisti di titoli, limitato a prestiti cartolarizzati (Abs) e obbligazioni garantite su cui proprio giovedì dovrebbe decidere ulteriori dettagli.
LA BCE A NAPOLI - L'annuncio delle decisioni sui tassi è previsto alle 13 e 45, ma su questo versante non si prevedono grandi risultati in seguito all'avvertimento del mese scorso del presidente Mario Draghi sul fatto che ormai i livelli raggiunti (0,05% del tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento) rappresentano il minimo a cui ci si può abbassare. Invece, nella conferenza stampa esplicativa programmata all'Auditorium del Museo di Capodimonte, Draghi potrebbe fornire elementi sia sul programma di acquisti di Abs e covered bond sia sui Tltro.
ISTAT: DEBOLEZZA ANCHE IN III TRIMESTRE - Dalla nota mensile diffusa dall'Istat emerge che anche nel terzo trimestre continua la debolezza dell'economia italiana. Secondo l'Istat «l'attuale fase di debolezza del ciclo economico è attesa proseguire anche nel terzo trimestre». La fase di debolezza ciclica dell'economia italiana si accompagna al rallentamento dell'area euro. «Il deterioramento dei ritmi produttivi - si legge nella nota - riflette la carenza di domanda interna che colpisce soprattutto gli investimenti». Negli ultimi due mesi, la fiducia delle imprese italiane è arretrata sui valori di inizio anno, con perdite più evidenti nei settori dei servizi. «Tuttavia - precisa l'Istat - il deprezzamento del cambio dell'euro verso il dollaro porterebbe ad una ripresa delle esportazioni».
FITCH: EUROZONA A RILENTO - L'agenzia Fitch Ratings nel Global Economic Outlook pubblicato oggi sostiene che l'economia nell'Eurozona crescera quest'anno e i prossimi a un passo più lento rispetto a quanto anticipato in precedenza, salendo dello 0,9% quest'anno, dell'1,3% il prossimo e dell'1,5% nel 2015. E continua: «L'output è stato stagnante nel secondo trimestre dopo quattro trimestri di crescita insipida, soprattutto a causa del forte rallentamento in Germania».
DEFLAZIONE E' RISCHIO SIGNIFICATIVO - Secondo l'agenzia, l'inflazione resterà bassa (0,5% nel 2014, 1% nel 2015 e 1,3% nel 2016), ma «una deflazione protratta sarà evitata». Tuttavia, «l'attuale inflazione bassa, la domanda debole, il calo delle aspettative sull'inflazione, i problemi politici e dinamiche che potenzialmente si possono rinforzare da sole, rendono la deflazione un rischio significativo e crescente».
COSA SOSTIENE LA CRESCITA - E' doveroso sottolineare, però, che nel periodo tenuto in considerazione dalle previsioni, «la crescita sarà sostenuta dalla ripresa negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dal deprezzamento dell'euro, dalla politica accomodante della Banca centrale europea e dall'allentamento del ritmo del consolidamento fiscale».
LA CINA CRESCE - Gli svolgimenti recenti suggeriscono, però, che il deleveraging e problemi strutturali «continuano a essere formidabili venti contrari in grado di erodere i potenziali benefici» derivati da condizione esterne favorevoli o stimoli economici. Inoltre, segnala Fitch, il tasso di disoccupazione resterà alto e rimarrà al di sopra dell'11% fino al 2016. In generale, nel Global Economic Outlook, Fitch prevede che l'economia globale crescerà del 2,6% nel 2014, accelerando poi al 3% nel 2015 e al 3,1% nel 2016. Per gli Stati Uniti è atteso un +3,1% nel 2015 e un +3% nel 2016, dopo il +2,2% di quest'anno. A passo ben più sostenuto andrà la Cina, per la quale è prevista una crescita del 7,2% quest'anno, quindi un rallentamento al 6,8 e al 6,5% nei prossimi due anni.
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