26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Disoccupazione giovanile

Poletti: Il vero dramma sono i giovani

L'Istat ci consegna alcuni dati positivi: rispetto al mese precedente, gli occupati aumentano di 32.000 unità, il numero dei disoccupati diminuisce del 2,6% ed il tasso di disoccupazione cala dello 0,3%. Purtroppo però, non ci sono cambiamenti positivi rispetto alla situazione di grande difficoltà dell'occupazione giovanile.

ROMA -  Oltre un milione di occupati in meno in sei anni. «I dati Istat del mese di agosto ci dicono che, mentre è ancora in crescita il tasso di disoccupazione giovanile, per la prima volta si registra una riduzione del 2,6% del numero di occupati rispetto al mese precedente. Ma solo una parte ridottissima di tale riduzione si traduce in aumento di occupati, che crescono dello 0,1%». A sottolinearlo è il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra. «Non vi è quindi spazio per letture ottimistiche, come conferma il Rapporto sul mercato del lavoro presentato stamattina al Cnel, secondo il quale i progressi occupazionali non potranno che essere molto graduali ed i tempi per tornare ai livelli pre-crisi saranno lunghi».

OLTRE UN MILIONE IN MENO DI OCCUPATI - Infatti dal 2008 al 2014 «sono oltre un milione gli occupati in meno - sottolinea Sbarra - e di questi quasi 800.000 sono posti di lavoro persi nel Mezzogiorno, con un aumento significativo del divario territoriale. L'area del disagio è ancora più ampia se si prendono in considerazione il numero di cassintegrati, il part-time involontario con cui molte imprese hanno reagito alla crisi, l'aumento degli inattivi. Durissimo il colpo per i giovani, penalizzati non solo dall'essere più presenti nei contratti non standard ma anche dall'effetto delle riforme previdenziali».

BISOGNA PUNTARE SU CRESCITA E COMPETITIVITÀ - «Il lento recupero non può che partire da politiche che aumentino la competitività e la crescita - aggiunge - le quali non dipendono solo dalle regole del mercato del lavoro, ma passano inevitabilmente da una forte riduzione del carico fiscale su lavoro e imprese; dal rilancio degli investimenti pubblici e privati ; da una nuova politica industriale a sostegno dei settori e dei territori ; da un utilizzo qualificato dei fondi comunitari, soprattutto nel Mezzogiorno». Le regole del lavoro «si possono cambiare - conclude Sbarra - il nuovo contratto a tutele crescenti per i nuovi assunti puo' essere considerato una opportunita' ma solo se si mettono nel piatto interventi e risorse per le politiche attive, l'estensione degli ammortizzatori sociali, la eliminazione di alcuni contratti precari come le false partite iva, le co.co.co , co.co.pro , gli associati in partecipazione, per offrire prospettive a chi ha perso il lavoro e ai giovani».

POLETTI: I GIOVANI SONO IN DIFFICOLTÀ - «L'analisi dell'Istat ci consegna alcuni dati positivi: rispetto al mese precedente, gli occupati aumentano di 32.000 unità, il numero dei disoccupati diminuisce del 2,6% ed il tasso di disoccupazione cala dello 0,3%. Purtroppo, non ci sono cambiamenti positivi rispetto alla situazione di grande difficoltà dell'occupazione giovanile», ha sottolineato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, commentando i dati Istat su occupati e disoccupati. "Questi elementi, se da un lato confermano che si è sostanzialmente arrestata la caduta dei livelli occupazionali, dall'altro evidenziano la necessità di insistere in direzione di una ripartenza dell'economia che dipenderà, oltre che dal contesto internazionale ed europeo, dalle scelte di investimento delle imprese e di consumo dei cittadini che sono state e saranno sostenute dall'azione di riforma e dalle politiche del Governo».