23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Riforma del lavoro

Bersani: Siamo su Marte

La partita del Pd sul contratto a tutele crescenti e sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è stata rinviata, ed è ancora tutta da giocare. Per l'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, «il governo deve fare chiarezza. Ora siamo su Marte.«; mentre la fedelissima Serracchiani è convinta della tenuta del suo partito anche di fronte a questa battaglia.

ROMA - La partita del Pd in Senato sull'emendamento del governo sul contratto a tutele crescenti e sull'impatto sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che ha creato nel gruppo qualche mal di pancia, è stata rinviata; anche se l'orientamento è di votare la proposta del governo. «Oggi tentiamo di votare», ha riferito Annamaria Parente, ricordando che l'intenzione della commissione Lavoro è di chiudere comunque l'esame del testo in giornata. «L'emendamento del governo va bene - ha commentato Valeria Fedeli - ci siamo aggiornati a martedì». Sull'emendamento sono attesi il parere della commissione Bilancio e della commissione Affari costituzionali. Nel frattempo, si susseguono gli interventi sul Jobs Act dentro e fuori il PD.

BERSANI: SIAMO SU MARTE - «E' assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perchè si parla di cose serie». Lo dice l'ex segretario Pd Pier Luigi Bersani. «Io mi ritengo una persona di sinistra liberale - aggiunge - penso ci sia assoluta necessità di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali. In alcuni casi si descrive un'Italia come vista da Marte.» Aggiunge Bersani: «E' ora di poter discutere con precisione cosa intendiamo quando diciamo che bisogna superare il dualismo e l'apartheid nel mercato del lavoro, quando diciamo che bisogna estendere le tutele universalistiche, quando diciamo che bisogna tenere, nella crisi, in equilibrio i rapporti di forza tra capitale e lavoro. Sono cose basiche per un Paese.»

SERRACCHIANI: CONFIDO NELLA TENUTA DEL PD - La riunione di questa mattina del Pd è durata solo una mezz'ora, ed è stata subito riaggiornata a martedì, in prossimità dell'approdo in Aula. A preoccupare è soprattutto il passaggio alla Camera dove proprio la sinistra del Pd ha maggior voce in capitolo. Uscendo dalla segreteria del partito, Debora Serracchiani, ha affermato di confidare nella direzione nazionale del 29 settembre, dedicata a lavoro ed economia, per trovare una sintesi sulla riforma del mercato del lavoro, in vista dell'arrivo a Montecitorio della delega. «Il tema del lavoro è delicato ma il Pd ha dimostrato di avere raggiunto una maturità importante. come dimostrato sulla riforma del Senato e del Titolo V, per la quale abbiamo tenuto e bene. Anche sul lavoro lo faremo. Siamo andati avanti sul ddl delega e c'è stato un accordo su alcuni delicati articoli. Non sarà semplice ma siamo determinati a farlo", ha affermato il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, interpellata da Sky tg24 al termine della segreteria del partito.

NARDELLA: NON È UNA RIFORMA DI DESTRA - «La riforma del lavoro non è di destra: l'ha fatta il Cancelliere Schroeder in Germania, e non era certo un pericoloso conservatore reazionario di destra. È stato un grande leader della sinistra europea a cui noi, tra l'altro, abbiamo sempre guardato», ha dichiarato Dario Nardella (Pd), sindaco di Firenze, intervenendo ad Agorà Estate, su Rai3. «La nostra riforma del lavoro - e mi riferisco anche al decreto che Renzi ha annunciato - va proprio in quel senso», ha aggiunto Nardella. «Il superamento dell'articolo 18 - ha concluso il sindaco di Firenze - significa anche dire basta a una battaglia ideologica su questo tema».