26 settembre 2023
Aggiornato 07:30
Le stime del Centro studi

Confindustria: «Il peggio è alle spalle»

Il fondo è stato toccato, per l'economia italiana la ripresa è in vista ma «a passo lento». L'Italia tornerà a crescere solo a fine 2013 ma il cammino sarà intralciato da «molti ostacoli», in primis il perdurare del credit crunch

ROMA - Il peggio è alle spalle. Il fondo è stato toccato, per l'economia italiana la ripresa è in vista ma «a passo lento». L'Italia tornerà a crescere solo a fine 2013 ma il cammino sarà intralciato da «molti ostacoli», in primis il perdurare del credit crunch. A stimarlo è il Centro Studi di Confindustria negli ultimi Scenari Economici.

I progressi attesi per i prossimi trimestri si basano «sui primi, ancora deboli, segnali che iniziano a intravedersi negli indicatori congiunturali», hanno avvertito gli economisti di Confindustria. Il segnale più importante di «toccato il fondo viene dagli acquisti di auto», ma a dare speranza è anche l'inversione di marcia segnalata dall'indice anticipatore dell'Ocse, «il calo del costo dell'energia», «la restrizione della politica di bilancio» e «le azioni di governo orientate a promuovere la crescita». La ripresa sarà, però, «lenta, soprattutto per il perdurare del credit crunch, la perdita di competitività di costo, gli ampi vuoti di capacità che si sono accumulati in molti settori industriali e le gravi difficoltà delle costruzioni».

Peggiorano le previsioni economiche per l'Italia. Il Centro studi ha rivisto nettamente al ribasso le stime del Pil nel 2013 prevedendo un crollo dell'1,9% contro il -1,1% precedentemente calcolato. Per il 2014 la stima del Pil è quasi invariata a +0,5% da +0,6%. A pesare sul nuovo scenario sono i dati decisamente peggiori, rispetto alle attese, di fine 2012. La ripresa è attesa nel quarto trimestre di quest'anno, quando «inizierà un debole recupero che si consoliderà nel 2014 grazie soprattutto all'impulso dell'export che beneficerà di una maggiore espansione della domanda globale».

Confindustria prevede inoltre un record storico per la pressione fiscale nel 2013. Quest'anno toccherà il 44,6% del Pil e quella effettiva, ossia quella al netto del sommerso, schizzerà al 53,6%, «restando insostenibilmente elevata». Nel 2014, la pressione fiscale resterà alta attestandosi al 44,4% del Pil mentre quella effettiva sarà al 53,4%.

Non va meglio per l'occupazione: dall'ultimo trimestre 2007 al primo 2013le persone che hanno perso l'impiego ammontano a 700mila, di cui quasi la metà nell'ultimo anno; la cifra salirà fino a 817mila per la fine del 2014.

Anche la spesa delle famiglie è ancora in calo. I consumi, secondo le previsioni, dopo essere scesi del 4,3% nel 2012, diminuiranno del 3% quest'anno e dello 0,3% il prossimo. Dal 2007 il calo è stato dell'8,1%.

«Se questa previsione si concretizzerà, si tratterà - avvertono gli economisti di Confindustria negli Scenari Industriali - della seconda volta dalla proclamazione del Regno d'Italia che, escluse le due guerre mondiali, si registreranno tre cali annuali consecutivi (la precedente è stata nel 1871-1873)».

Infine Confindustria lancia l'allarme: nei conti pubblici «il raggiungimento dell'obiettivo di contenere il deficit entro il 3% del Pil nel 2013 e nel 2014 richiede un attento e rigoroso monitoraggio della spesa e della dinamica delle entrate, dato l'andamento dell'economia peggiore delle previsioni governative».

Confindustria promuove l'azione di governo volta a mettere al centro la crescita economica, ma ritiene «molto limitate» le misure finora varate. «E' positivo il nostro giudizio - ha spiegato Paolazzi - rispetto all'attenzione verso la crescita. L'enfasi è oggi sulla crescita e c'è un forte impegno verso questa direzione». Tuttavia, «le misure varate sono molto, molto limitate e non è stato annunciato un disegno complessivo per l'economia», ha aggiunto il direttore del Centro Studi. Sicuramente è poi positiva la stabilizzazione dello scenario politico in vista di una ripresa dell'economia: «C'è una stabilizzazione, al di là delle fibrillazioni quotidiane», ha concluso.