Petrolio e oro non seguono il rally azionario
Dall'Asia all'Europa fino a Wall Street i rialzi sono proseguiti anche nell'ultima seduta prima della pausa del weekend, che pure spesso è più volatile dato che molti investitori tendono a defilarsi dalle posizioni prese, onde evitare sgradite sorprese a mercati chiusi
ROMA - Iniziata con debolezza e ribassi la settimana delle Borse si è conclusa con un rally rialzista che appare inarrestabile. Dall'Asia all'Europa fino a Wall Street i rialzi sono proseguiti anche nell'ultima seduta prima della pausa del weekend, che pure spesso è più volatile dato che molti investitori tendono a defilarsi dalle posizioni prese, onde evitare sgradite sorprese a mercati chiusi. Se a Milano il Ftse-Mib ha siglato gli scambi con un brioso più 1,61 per cento, le altre maggiori piazze europee a loro volta hanno continuato a crescere: Parigi più 1,22 per cento, Francoforte più 0,69 per cento, Londra più 0,59 per cento.
ORO E PETROLIO IN CALO - Ancor meglio ha fatto in Asia Tokyo, dove il Nikkei ha chiuso al più 2,62 per cento mentre la cinese Shanghai ha segnato un più 1,41 per cento. A metà seduta Wall Street procede con più moderazione, il Dow Jones si attesta al più 0,25 per cento, il Nasdaq sale dello 0,22 per cento ma va tenuto presente che il primo indice ha ormai raggiunto nuovi massimi storici. Lo S&P 500, l'indice più seguito dagli analisti è ormai solo a circa 1 punto percentuale di distanza dal suo massimo storico, risanante al 2007. Oggi il rally azionario sembra aver trovato nuovi spunti negli ultimi dati migliori del previsto giunti dagli Usa, quelli sull'occupazione che hanno riferito la creazione di 226 mila nuovi posti solo a febbraio. Una sorpresa positiva che segue quelle già viste nelle indagini sull'attività delle imprese.
Tuttavia non mancano i commenti cauti di osservatori e analisti su questo forte rialzo, che si teme possa bruscamente interrompere per invertirsi. Non sarebbe la prima volta. Tanto più che stavolta il rally non contagia altri segmenti chiave, come i metalli preziosi e le diverse materie prime, che dovrebbero invece a loro volta beneficiare di eventuali prospettive macroeconomiche migliori. Anzi, complice il rafforzamento del dollaro il petrolio accentua i recenti ribassi e a Londra il barile di Brent il greggio del mare del Nord cede oltre 1 dollaro finendo appena sotto quota 110 dollari. A New York il barile di Wti scivola poco sopra i 91 dollari. E l'oro segna un lieve indebolimento a 1573,80 dollari l'oncia. Intanto il biglietto verde prende quota, e in serata l'euro cala a 1,2994 dollari.
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