10 ottobre 2024
Aggiornato 12:00
La crisi dei debiti sovrani

Rehn: I mercati hanno fiducia in Monti (anche se ha pagare sono gli italiani)

«Che cosa sarebbe successo se l'Italia avesse allentato le sue politiche di bilancio nel novembre 2011?» Lo ha chiesto il commissario UE agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, durante un dibattito pubblico organizzato questa mattina a Bruxelles dallo European Policy Centre (EPC)

BRUXELLES - «Che cosa sarebbe successo se l'Italia avesse allentato le sue politiche di bilancio nel novembre 2011?» Lo ha chiesto il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, durante un dibattito pubblico organizzato questa mattina a Bruxelles dallo European Policy Centre (Epc). «Già dal settembre 2011 - ha ricordato il commissario, sottolineando l'importanza cruciale, per la ripresa economica, del fattore della fiducia dei mercati, che dipende dal risanamento delle finanze pubbliche - in Italia avevamo visto politiche non coerenti con gli impegni di bilancio», mentre «da novembre (ossia dall'entrata in funzione del governo Monti, ndr) «sono state avviate misure di consolidamento più coerenti e conseguenti», e perciò «sono scesi i rendimenti dei titoli di Stato, ciò che faciliterà la ripresa economica». Precedentemente, Rehn aveva rilevato che gli spread in Italia «si sono dimezzati dall'autunno 2011 di 100 punti base, ciò che costituisce un risparmio di 3 miliardi di euro solo nel primo anno».

Non ci sono preoccupazioni per le imminenti elezioni, che sono parte del processo democratico e «che rispettiamo, essendo la democrazia è un valore fondamentale dell'Ue», ha detto ancora il commissario rispondendo a una domanda. «Ora l'Italia è diventata molto più stabile e sicura», ha aggiunto Rehn, sottolineando che «l'importante è che mantenga la rotta (del consolidamento di bilancio, ndr) e che stia lontana dalle acque agitate».

Quanto alle critiche crescenti di tutti i partiti in campagna elettorale contro certe misure del governo Monti, e in particolare l'Imu, il commissario ha osservato che «non è mai pericoloso riconsiderare» le misure prese, «lo scetticismo è un valore illuminista, e uno dei valori fondamentali dell'Europa; con il suo debito pubblico al 120% del Pil - ha ricordato -, l'importante è che l'Italia stia nell'attuale percorso di consolidamento del bilancio e consegua l'obiettivo dell'avanzo primario in termini strutturali».

«Non possiamo permetterci indulgenze, non possiamo allentare la presa sulle riforme economiche, necessarie per recuperare la fiducia dei mercati», ha concluso il commissario.