19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
La riforma del sistema pensionistico effettuata dal governo Monti

Pensioni: Fornero, la mia riforma riequilibra i rapporti tra generazioni

Il Ministro del Welfare: «Non è più pensabile che una persona lavori per trent'anni e poi magari ne passi 35-40 in pensione», ha affermato. E per sintetizzare il senso della riforma ha coniato lo slogan: «Meno ai padri e più ai figli e alle figlie». Martone: «Servono altri sforzi su misure e coperture». Damiano: «Nessuna forzatura, si risolva caso esodati»

MILANO - «Io interpreto questa riforma delle pensioni come la più grande operazione di riequilibrio nei rapporti tra le generazioni fatta in questo paese negli ultimi decenni». Con queste parole, il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha difeso la riforma del sistema pensionistico effettuata dal governo Monti. In un convegno all'università Bocconi il ministro ha sottolineato come l'allungamento dei tempi di vita abbia portato il precedente sistema a non essere più sostenibile. «Non è più pensabile che una persona lavori per trent'anni e poi magari ne passi 35-40 in pensione», ha affermato.
Fornero ha sintetizzato il senso della riforma con lo slogan: «Meno ai padri e più ai figli e alle figlie». Il ministro ha osservato che il precedente sistema era frutto di promesse «non lungimiranti» fatte in passato dalla politica e spesso basate «su una scarsa conoscenza dei meccanismi delle pensioni».

Riforma sostanzialmente accettata da sindacati - «La riforma delle pensioni è stata una riforma dura ma non ha generato uno sciopero generale. I sindacati sono stati scontenti ma l'hanno sostanzialmente accettata».
Fornero ha poi detto che si tratta di una riforma «fatta senza asservimenti alle ragioni dei vincoli finanziari». «Io e il governo - ha aggiunto - possiamo aver fatto degli errori ma sono stati fatti pensando al paese».
Successivamente, partecipando a una tavola rotonda su liberismo e stato sociale organizzata dalla Fondazione Corriere della Sera, Fornero ha sottolineato anche al riguardo che «forse il paese era pronto ad accettare i sacrifici. La riforma - ha affermato - non è nè una richiesta dell'Europa nè dei mercati ma un'esigenza perchè il sistema non crolli».

Martone: Servono altri sforzi su misure e coperture - Sulla questione esodati «si auspica che governo e Parlamento possano individuare in modo concorde un numero adeguato di interventi dotati di una copertura finanziaria altrettanto adeguata». Lo ha detto il viceministro del Lavoro Michel Martone, prendendo la parola in aula alla Camera in sede di replica sulla pdl Damiano, il cui esame è stato rinviato a data da destinarsi.
Il governo, ha aggiunto, chiede che venga riconosciuto lo «sforzo» fatto con i decreti per «affrontare con misure concrete i problemi» ed è «consapevole che si tratta di una questione per cui sono necessari sforzi ulteriori con la collaborazione parlamentare» per superare «alcune problematiche di indubbio rilievo sociale che sono certamente alla nostra attenzione».
«Occorre mantenere - ha spiegato Martone - da un lato l'impianto della recente riforma pensionistica, e dall'altro muoversi in un quadro di complessiva sostenibilità finanziaria».

Damiano: Nessuna forzatura, si risolva caso esodati - Non c'è stata alcuna forzatura: se le risorse previste nella pdl all'esame della Camera sono insufficienti, il governo ne trovi altre, la questione esodati va risolta. Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo del Pd in commissione Lavoro e primo firmatario della proposta di legge 5103 di cui ha iniziato a discutere l'Aula della Camera.
«Se le disponibilità del ministero del Lavoro sono per lettera o a voce, abbiamo già dato. Ad esempio - spiega - nel caso delle ricongiunzioni onerose dei diversi regimi pensionistici, che dovrebbero essere anch'esse corrette, stiamo ancora spettando di vedere qualche proposta e qualche valutazione di costo attendibile. Perché non è possibile che il passaggio dalla gratuità alla onerosità nelle ricongiunzioni sia stato valutato zero euro ed il ritorno alla gratuità venga stimato con un costo miliardario».