23 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Global Financial Stability Report

FMI: Le grandi banche europee riducono la loro leva

Potenti forze stanno costringendo le grandi banche europee a ridurre la loro leva e, conseguentemente, a ridimensionare i bilanci e i finanziamenti, con il crescente rischio di «seri danni» ai mercati e all'economia

WASHINGTON - Potenti forze stanno costringendo le grandi banche europee a ridurre la loro leva e, conseguentemente, a ridimensionare i bilanci e i finanziamenti, con il crescente rischio di «seri danni» ai mercati e all'economia. E' l'allarme del Fondo Monetario Internazionale che nel «Global Financial Stability Report», presentato oggi a Washington, quantifica in ben 2.600 miliardi di dollari, pari a 2 mila miliardi di euro, la riduzione complessiva di bilanci entro il 2013 da parte degli istituti di credito del vecchio continente, una cifra pari a quasi il 7% del loro attivo totale. La ricetta per sventare tale minaccia è complessa: riguarda sia l'attuazione delle riforme concordate a livello europeo, a partire dalla costruzione di fondi d'emergenza, i cosiddetti «Firewalls», sia un'accelerazione del processo d'integrazione finanziaria e fiscale continentale.

BENE L'ITALIA SULLE RIFORME - Il rapporto contiene un nuovo riconoscimento all'Italia il cui governo, come la Spagna «ha messo in cantiere programmi di riforma potenzialmente importanti per ridurre i deficit, migliorare la competitività» e, nel caso spagnolo, per riparare ulteriormente il sistema finanziario interno». L'Italia viene inoltre citata, insieme al Giappone, come un esempio di alto debito pubblico equilibrato da forti bilanci familiari.

RESTANO LE PRESSIONI SULLE BANCHE - A livello europeo anche se, si legge nel documento, le politiche attuate hanno portato a un'attenuazione delle tensioni con «un calo degli spread, una parziale riapertura dei mercati di provvista dei capitali e una ripresa dei corsi azionari, le pressioni sulle banche europee restano. A causa dei rischi sui debiti sovrani, della debole crescita dell'area euro, degli alti requisiti sui rinnovi delle operazioni finanziarie e della necessità di rafforzare il capitale per riguadagnare la fiducia degli investitori».
Contro questo scenario, sottolineano gli economisti del Fondo, i politici europei devono attuare «rapidamente» le riforme concordate. A partire dai «firewalls».

CALA LO SPREAD - Si attenuano le tensioni sui titoli di Stato di Italia e Spagna a metà mattina, a dispetto dei pronostici potenzialmente allarmistici sfornati ieri dal Fondo monetario internazionale sui due paesi. Intanto dopo i balzi in avanti messi a segno nella passata seduta le Borse segnano correzioni ribassiste, orientandosi in ordine sparso. A Milano il Ftse-Mib, che ieri aveva chiuso con una impennata del 3,68 per cento, si attesta al meno 1,10 per cento, mentre l'euro cede leggermente a 1,3110 dollari. Parigi si attesta al meno 0,41 per cento, Francoforte al meno 0,17 per cento, invece Londra spunta un più 0,04 per cento.
Intanto i rendimenti sui Btp a 10 anni, che su queste emissioni sono in un rapporto inversamente proporzionale al prezzo e che sono una cartina di tornasole delle pressioni dei mercati, si attenuano al 5,39 per cento, dal 5,50 per cento di ieri sera. In questo modo il loro differenziale o spread rispetto ai Bund della Germania si attenua a 3,63 punti percentuali, secondo Bloomberg, o 363 punti base, dai 370 circa di ieri sera.