Presidenza Confindustria, in corsa 3 candidati
In campo ci sono, al momento, Alberto Bombassei, patron della Brembo e vicepresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, numero uno della Mapei ed ex presidente di Federchimica, ed Andrea Riello, numero uno del gruppo Riello Sistemi
ROMA - Entra nel vivo la partita per la presidenza di Confindustria. Per la successione ad Emma Marcegaglia, il cui mandato scadrà a maggio, si prevede una corsa a tre: in campo ci sono, al momento, Alberto Bombassei, patron della Brembo e vicepresidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, numero uno della Mapei ed ex presidente di Federchimica, ed Andrea Riello, numero uno del gruppo Riello Sistemi.
La macchina organizzativa si è messa ufficialmente in moto: i past president dell'Associazione hanno scelto nove nomi e oggi la Giunta eleggerà, tra questi, i tre saggi incaricati di avviare le consultazioni con il sistema confindustriale e di raccogliere le preferenze. La Giunta che si riunirà il 22 marzo, poi, sarà chiamata a designare il nuovo presidente che il 19 aprile, in occasione di una riunione straordinaria del parlamentino di Confindustria, presenterà squadra e programma. L'elezione vera e propria, tuttavia, avverrà durante l'assemblea privata del 23 maggio, mentre per il debutto pubblico del successore della Marcegaglia occorrerà attendere il 24 maggio.
Ma le grandi manovre per raccogliere consensi, a partire dagli incontri con le associazioni territoriali fino alla presentazione dei programmi per la Confindustria del futuro, sono già iniziate da tempo. Sul fronte degli schieramenti in campo, per ora, dalla parte di Bombassei, ci sono esponenti di peso del sistema confindustriale come il presidente di Telecom Italia, Franco Bernabè, e l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni. Squinzi, invece, godrebbe dell'appoggio della potente Assolombarda, che può contare su molti voti in Giunta, e di altre associazioni del Nord, mentre Riello raccoglierebbe i consensi del Nord-Est, ma non è da escludersi che possa ritirarsi dalla gara convogliando i propri consensi su uno dei due candidati rimasti per far ottenere una vicepresidenza alla sua area territoriale.
Economia debole fino a metà 2012, rischi per l'occupazione - La debolezza dell'economia italiana si protrarrà almeno fino a metà 2012. Prosegue, poi, il peggioramento del mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che ha raggiunto l'8,6% a novembre (7,9% in agosto). A fotografare la situazione dell'economia italiana è il Centro Studi di Confindustria nell'analisi mensile «Congiuntura Flash».
A fine 2011 - si legge nell'analisi - è salita ancora la quota di imprese che si aspettano una riduzione del numero di addetti nei successivi 3 mesi (25,0%) ed è diminuita quella di quante ne prevedono un aumento (8,1%). «Il deterioramento è in presa diretta con il crollo delle attese sulle condizioni economiche; mentre all'alba della recessione 2008-2009 le imprese erano state più ottimiste sul trattenimento dei lavoratori in azienda».
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