Eurozona, l'attività delle imprese risale ma resta in recessione
Nel IV trimestre 2011 la più netta contrazione dalla primavera del 2009. L'area euro sembra mostrare una dinamica più debole da quelle evidenziate dalle indagini sulle imprese di Usa e Cina
ROMA - Le imprese dell'area euro sono rimaste coinvolte da un quadro chiaramente recessivo lo scorso dicembre, anche se lievemente meno acuto di quanto inizialmente stimato, secondo i dati definitivi dell'indagine condotta presso i responsabili degli approvvigionamenti. Il Purchasing managers index, o Pmi si è attestato a 48,3 punti, in leggera risalita dai 47 punti del mese precedente e al di sopra dei 47,9 punti indicati nella stima preliminare. I dati, riferiti dal centro studi Markit Economics, si sono rivelati lievemente superiori anche alle attese medie degli analisti, ma anche così restano orientati alla contrazione dato che in questa indagine, come in altre analoghe, i 50 punti rappresentano la soglia di demarcazione tra espansione e calo dell'attività delle imprese.
L'area euro sembra mostrare una dinamica più debole da quelle evidenziate dalle indagini sulle imprese di Usa e Cina. Secondo Markit le contrazioni in Spagna e Italia hanno annullato i segnali di ripresa della Germania. «La ripresa del Pmi di dicembre serve poco a placare le preoccupazioni circa il ritorno di una recessione. Nonostante il segnale positivo, il quarto trimestre ha registrato la contrazione più netta dalla primavera del 2009 - osserva il capo economista di Markit Chris Williamson in un comunicato - e gli indicatori per il futuro suggeriscono come un'altra contrazione è prevedibile per il primo trimestre del 2012».
Williamson rimarca come «ovviamente la debolezza si concentra in Italia e Spagna», dove si profila «il ritorno di una recessione a causa delle nuove manovre finanziarie che andranno ad indebolire ulteriormente le esportazioni».
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