19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Convegno sulle prospettive del 2012 a Reggio Emilia

Marcegaglia Manovra indispensabile, ora serve la crescita

Il Presidente di Confindustria: «Nessuna demagogia, c'è già dentro una patrimoniale. Il mercato del lavoro va riformato. Monti non si faccia piegare dalle lobby. Via giudiziaria negazione delle relazioni sindacali»

REGGIO EMILIA - La manovra preparata dal governo Monti era indispensabile perché altrimenti l'Italia sarebbe caduta nel baratro in cui è finita la Grecia. Per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, convinta che questa nelle misure predisposte dal governo ci sia già di fatto una «chiara patrimoniale» è ora indispensabile avviare una «fase nuova di crescita» attraverso una serie di riforme fondamentali, investimenti in infrastrutture e un piano serio per ripagare i debiti che lo Stato ha con le imprese.

Marcegaglia: Manovra indispensabile - Quella del governo Monti, ha detto Marcegaglia nel suo intervento a un convegno sulle prospettive del 2012 promosso dall'Associazione industriali di Reggio Emilia, alla presenza anche del rettore della Bocconi Guido Tabellini, «è una manovra forte, che abbiamo giudicato pesante, con alcuni errori perché basata sostanzialmente dall'aumento di tasse, ma è indispensabile perché altrimenti saremmo andati velocemente verso uno scenario greco». Peccato, ha fatto notare la leader degli industriali che «sembra ci sia un pezzo del paese che fa finta di non vedere la situazione in cui siamo. Una manovra indispensabile fatta sull'orlo dello scenario del baratro».
Rispondendo al segretario della Cisl Raffaele Bonanni convinto che questa manovra sia soltanto a beneficio di Confindustria, Marcegaglia ha ribadito: «Ha portato sacrifici a tutti, non è stata un vantaggio per noi». Su questo tema «c'è troppa demagogia: nella manovra c'è già una chiara patrimoniale»; porta «sacrifici a tutti, ma sul baratro nel quale eravamo non c'erano alternative».
La titolare di viale dell'Astronomia chiede ora «un passo avanti, una nuova fase della crescita: se rimaniamo nella parte dei sacrifici il paese è in difficoltà». Occorre quindi «aprire il cantiere delle riforme istituzionali: non ci sono scorciatoie».

Il mercato del lavoro va riformato - «Non ce l'abbiamo con nessuno, non siamo contro nessuno. Penso che sia importante riformare il mercato del lavoro - ha detto Marcegaglia a margine del convegno -. Non ce l'abbiamo con nessuno, non siamo contro nessuno, vogliamo però affrontare il problema in modo molto serio e ci aspettiamo che anche gli altri lo facciano».
«Noi - ha aggiunto - ci siederemo al tavolo di questa trattativa in modo molto pragmatico e con spirito collaborativo, sapendo che questo tema del mercato del lavoro va affrontato». Anche perché, in Italia, «abbiamo un eccesso di flessibilità in entrata e un eccesso di rigidità in uscita. Se facciamo un confronto con gli altri stati europei si evidenzia questo problema».
A chi gli fa notare la lamentela dei sindacati convinti che dalla manovra ci guadagni soltanto Confindustria, la leader degli industriali ha aggiunto: «Non è vero, non è assolutamente vero».

Monti non si faccia piegare dalle lobby - Non è possibile che l'Italia sia divisa in due parti: chi accetta la concorrenza e chi invece, avendo troppi santi in Parlamento, continua a vivere di privilegi. Lo ha detto il presidente di Confindustria augurandosi che il presidente del Consiglio non si lasci piegare da queste logiche.
«Mi auguro che Monti non si faccia piegare dalle lobby solite che hanno tanti santi in Parlamento - ha detto nel suo intervento Marcegaglia -. Bisogna che finisca questa cosa che qualcuno vive di mercato e altri invece no». «Non è possibile - ha aggiunto la leader degli industriali - che ci sia un paese diviso in due; non è possibile che ci siano privilegi, che ci siano settori non aperti alla concorrenza». Per questo è necessario «procedere alle liberalizzazioni» e alla «privatizzazione» che potrebbe «levare spazio al pubblico nell'economia».

Via giudiziaria negazione delle relazioni sindacali - Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha criticato il comportamento della Fiom che, soprattutto nel comparto metalmeccanico dell'Emilia Romagna, in troppe occasioni è arrivata alla «via giudiziaria» considerata «la negazione delle relazioni sindacali». Dopo le critiche, secondo la leader degli industriali, soprattutto in un momento di difficoltà economica come quello che sta vivendo l'Italia, è indispensabile fare «accordi».
«La Fiom ha un atteggiamento spesso non positivo. La via giudiziaria alle relazioni sindacali penso sia la negazione delle relazioni sindacali». «In un momento in cui o ci si salva o si muore - ha aggiunto - si può essere in disaccordo, si può criticare, ma poi gli accordi si devono fare. È impossibile tenere un atteggiamento slegato dal mondo reale perché non fa bene alle aziende e ai lavoratori».
Per questo, secondo il presidente di Confindustria, anche in vista dei tavoli che si apriranno col governo e con i sindacati, è necessario «tenere fuori dalla porta l'ideologia. La conflittualità non è più la strada per risolvere i problemi».