Pensioni, la Lega al Premier: Non cediamo su anzianità
Berlusconi valuta come affrontare il tema previdenza nella lettera all'Unione Europea
ROMA - Sulle pensioni di anzianità la Lega non avrebbe alcuna intenzione di cedere. Il susseguirsi di incontri e di contatti anche telefonici tra i leghisti e i pidiellini non sembra avere per ora incrinato il muro alzato dal Carroccio. Che continua a dare disponibilità solo ad interventi su settori limitati della previdenza, dalle pensioni d'oro a quelle baby. E' questa la controfferta che al momento ambasciatori della Lega avrebbero comunicato ad alcuni ministri in contatto con Silvio Berlusconi. Gli stessi esponenti leghisti avrebbero spiegato che di fronte all'eventualità di un voto anticipato, il Carroccio non ritiene possibile sostenere di fronte al proprio elettorato un intervento sulle pensioni di anzianità.
Il principio che guida la Lega è che un intervento sulla previdenza non risolverebbe i problemi dei conti pubblici: «Ormai, dopo l'introduzione del regime contributivo, si andrebbe a colpire una platea limitata di pensionandi». Meglio allora, è la linea leghista, intervenire ad esempio sui numeri del pubblico impiego. Con misure che fonti leghiste definiscono «drastiche», come ad esempio quella formulata già ieri notte di introdurre un rapporto matematico tra numero di abitanti degli enti locali e numero di dipendenti.
L'attuale situazione è dunque di stallo e il premier starebbe valutando se forzare la mano o scegliere di non accelerare sulle pensioni.
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