19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Ma i costi restano alti

Per le nocciole italiane una campagna a «cinque stelle»

Secondo la Cia, la produzione quest’anno supererà le 100 mila tonnellate, con un aumento del 10 per cento sull’anno precedente. Ottima la qualità

ROMA - Tante, buone e poco più care dell’anno scorso. Promette bene la raccolta delle nocciole stando alle prime stime della campagna 2011. A fare la felicità dei consumatori italiani sarà l’arrivo a breve sulle tavole italiane di un prodotto particolarmente gustoso e di ottima qualità grazie al clima favorevole. I produttori invece già sorridono, perché le performance negative della raccolta turca permetteranno agli agricoltori di poter vendere a prezzi più remunerativi rispetto a quelli degli anni scorsi. Le previsioni sono della Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui la produzione nazionale supererà quest’anno le 103 mila tonnellate, con un incremento tendenziale del 10 per cento, tornando così nella media del triennio 2007-2009 dopo un 2010 in sensibile ribasso.

Il clima caldo e asciutto nella fase di raccolta -spiega la Cia- ha portato a un miglioramento della qualità. Stiamo assistendo, quindi, a una buona campagna ulteriormente favorita dal calo della produzione del competitor turco, primo produttore al mondo del piccolo frutto coriaceo, per cui quest’anno si prevede una contrazione del 15 per cento a causa delle abbondanti piogge e dei dissesti idrogeologici. Ottenendo il risultato peggiore dell’ultimo decennio, le nocciole turche fanno un favore ai nostri produttori che vedranno salire il prezzo al quintale dai 215 euro della campagna 2010 a 230/240 euro, compensando parzialmente l’aumento dei costi di produzione, che si aggirano sui 2.000-2.500 euro all’ettaro.

Buone notizie, quindi, per un prodotto d’eccellenza, che in Italia -continua la Cia- occupa una superficie complessiva di 67.270 ettari e viene coltivato soprattutto in tre zone circoscritte del Paese: l’Alta Langa piemontese, dove nasce la «Tonda gentile» protetta dall’Igp, la campagna salernitana e la provincia di Viterbo, che detiene il primato nazionale della produzione, con una quantità media di 40 mila tonnellate, distribuita su una superficie agricola di 18 mila ettari di piantagioni, dedicati principalmente alla cosiddetta «Tonda gentile romana».