Crisi: Brunetta, Tremonti resti ma servono le vitamine delle riforme
Quanto alle ipotesi di patrimoniale il Ministro concorda con Franco Debenedetti: «sarebbe il deprufundis per le riforme»
ROMA - «No. L'errore che abbiamo già fatto, ed è stato un errore collettivo, è pensare che Tremonti potesse risolvere sempre tutto. C'è stato un eccesso di delega; Tremonti sinora è stato un eccellente ministro dell'Economia ma non si può da solo rappresentare la collegialità del governo». Lo afferma in un'intervista al Corriere della sera il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta.
«Lui - sottolinea - non lo può pretendere, Berlusconi non glielo deve più consentire. Dal 2008 fino al 2014 abbiamo deciso provvedimenti di manovre cumulate per oltre 265 miliardi di euro: cioè abbiamo somministrato al corpo del Paese 265 miliardi di antibiotici. Adesso è l'ora delle vitamine: vitamine strutturali, le riforme».
Quanto alle ipotesi di patrimoniale, Brunetta dice di «concordare con Franco Debenedetti: sarebbe il deprufundis per le riforme. E con Alesina e Giavazzi: la patrimoniale è una foglia di fico voluta dai poteri forti per nascondere le loro rendite di posizione. Tutte le rendite di posizione del nostro Paese, finanza, public utilities, patrimonio pubblico, cattivi sindacati, una mano morta sull'Italia».
E sulla privatizzazione di Eni ed Enel dice: «vendere gioielli di famiglia a freddo sarebbe sbagliato. Bisogna farlo dentro un'onda di cambiamento».
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