19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Ultimatum di Confindustria al Governo: «Agire o trarne le conseguenze»

Tremonti: «Errori? Decreto fatto in 4 giorni»

Il Ministro dell'Economia: «Redditi on line solo per categorie, stop all'indicazione dei rapporti con le banche»

CERNOBBIO - Il governo ha fatto degli errori nel definire la manovra bis, ma soltanto perchè il decreto di Ferragosto è stato fatto alla svelta in 4 giorni. Lo ha riconosciuto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un intervento al forum Ambrosetti. «Nel fare un provvedimento in 4 giorni - ha detto il ministro - puoi fare degli errori».
«E' stato detto: com'è che accorpando le feste - ha spiegato Tremonti - non avete pensato al 2 giugno, al 25 aprile al 2 giugno? Non ci abbiamo pensato, pensavamo che fosse importante la norma sull'accorpamento e che poi ci fosse lo spazio per il decreto che definisse le date: non era centrale nell'economia di una manovra di decine di miliardi. E' un errore, lo ammetto - ha concluso - è stato un errore: non abbiamo pensato in 4 giorni a fare quella cosa».

Via libera della commissione Bilancio del Senato al pacchetto fiscale, presentato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e approvato con alcune modifiche. Le norme vanno dal carcere per chi evade oltre i 3 milioni di euro alla pubblicazione sui siti dei Comuni dei redditi per categorie e aggregati (non più per nomi e cognomi); dalla destinazione ai Comuni del 100% dei frutti della lotta all'evasione legata agli immobili del territorio allo stop al contributo di solidarietà per i redditi alti dei privati. Maggiorazione di 10,5 punti percentuali di Ires per le società di comodo anche se in perdita per tre periodi d'imposta consecutivi. E' saltato l'obbligo di indicare i rapporti che si hanno con le banche e la stretta sulle agevolazioni fiscale per le coop è stata confermata (varrà anche per le banche di credito cooperativo).
L'Agenzia delle Entrate può inoltre procedere, «sentite le associazioni di categoria degli operatori finanziari per le tipologie di informazioni da acquisire, alla elaborazione di specifiche liste selettive di contribuenti da sottoporre a controllo». Sanzioni poi dimezzate alle pmi che non usano contante. In arrivo infine una stretta sui beni d'impresa concessi in godimento a soci o familiari.
Nello stesso pacchetto si precisa che il gettito derivante dalla Robin Hood tax va integralmente agli enti locali.

Ultimatum di Confindustria al Governo: «Agire o trarne le conseguenze» - Il governo deve agire subito. Se non ci riesce tragga le dovute conseguenze perché la situazione è grave, il paese così non può stare e sull'Italia incombe l'incubo di una Bce che smette di acquistare i titoli di stato. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sceglie il Forum Ambrosetti a Cernobbio per lanciare l'allarme delle imprese al governo. Davanti al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e al segretario del Pdl Angelino Alfano, il numero uno degli industriali ammonisce il governo: «O c'è la forza di fare le cose, di affrontare i problemi o tragga le conseguenze». Un richiamo forte cui Tremonti ha risposto rivendicando le scelte fatte, anche se con qualche errore, e mostrando una certa disponibilità a discutere. Ma per la Marcegaglia l'unica cosa che conterà saranno i fatti.
Gli industriali sono molto preoccupati, ha avvertito il numero uno di Viale dell'Astronomia, perché la situazione è grave ed è stata sottovalutata non solo «nel passaggio dalla prima alla seconda manovra» ma anche ora. Nel percorso parlamentare della manovra bis stanno prevalendo le logiche di partito senza «rendersi conto della gravità della situazione». Invece «c'è un problema di credibilità del paese, di una manovra che deve avere saldi certi e di un piano per la crescita che manca completamente». Per questo, è stato il richiamo della Marcegaglia, la richiesta delle imprese alla politica è di «agire immediatamente perché il paese rischia molto».

Alfano: «Contrasti con Confindustria per l'entità della norma» - «Quando una manovra è così importante, è evidente che non tutti siano contenti». Lo ha affermato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, rispondendo a una domanda sui contrasti fra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia».
«Non si è segnalato - ha proseguito Alfano - un consenso di Confindustria, che è arrivato ma non sugli organi di informazione, su un tema molto importante come quello della contrattazione aziendale, e sulla liberalizzazione delle public utility».
Un tema quest'ultimo che, secondo Alfano, «crediamo possa trovare un consenso di Confindustria e crediamo che possa rappresentare uno degli elementi qualificanti della manovra».

Il PD a Tremonti: «Se vuoi la lotta all'evasione accogli la nostra idea» - «Il Ministro Tremonti da qualche giorno interpreta il ruolo di grande persecutore degli evasori. Oggi, per segnalare all'opinione pubblica la sua ferma determinazione, è arrivato persino ad indicare che in Italia meno di 800 persone dichiarano più di 1 milione di euro al fisco. Ha dimenticato di dire che ,alle centinaia di migliaia di nostri concittadini che guadagnano cifre analoghe senza dichiararle al fisco, lui, in compagnia di Berlusconi e Bossi, da 15 anni, offre quasi gratuitamente, ad intervalli regolari, condoni». Lo dichiara Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria nazionale del Pd.
«Mentre gli altri Paesi chiudono trattati bilaterali con i paradisi fiscali, il nostro cacciatore di evasori gira i convegni di fine estate a fare propaganda. Caro Ministro, lasci stare. Non ha proprio il fisico per il ruolo che mette in scena. Così, continua soltanto a far perdere credibilità all'Italia. Se intende fare sul serio, accolga l'emendamento del Pd sui capitali evasi, portati all'estero da lei condonati al 5% e prenda esempio dai suoi colleghi, di centrodestra, di Londra e Berlino: per condonare i capitali evasi ed espatriati fanno pagare in media il 25%», conclude.