Dubbi sulla norma pensioni, malumore Pdl su Sacconi
Il Ministro del Lavoro è indicato da molti come la «mente» del blitz. Cicchitto: «Inevitabile toccare le pensioni». Enrico Letta: «La stretta è un incentivo ad evadere»
ROMA - Malumore per il polverone sollevato, timore degli effetti e di eventuali controindicazioni giuridiche. E' già nel mirino di molti, nel Pdl e nel governo, la contestata la misura sulle pensioni e il riscatto degli anni universitari, lanciata ieri al termine del vertice di Arcore. Tanto che, riferiscono, il governo in queste ore starebbe riflettendo sulla percorribilità della proposta, che è già riuscita a 'compattare' nelle critiche Cgil, Cisl e Uil e diverse categorie professionali.
Nel mirino di una parte del Pdl ci sarebbe soprattutto Maurizio Sacconi, indicato come «mente» dell'iniziativa, che avrebbe gestito la partita - secondo alcune fonti di governo - insieme a Roberto Calderoli e Giulio Tremonti.
Sempre in casa Pdl trapela un giudizio non del tutto positivo del premier Silvio Berlusconi rispetto a questo capitolo. C'è addirittura chi giura che solo al termine del vertice di Arcore si sarebbe discusso di sfuggita della vicenda e che l'averla inserita nel comunicato sarebbe frutto di un blitz di fine vertice sotto la regia di Sacconi.
Forse è troppo avvalorare la tesi di chi giura sulla «dissociazione» del premier rispetto alla contestata norma. Di certo la novità è che in queste ore la norma viene ancora attentamente vagliata per valutarne ogni implicazione.
Cicchitto: «Inevitabile toccare le pensioni» - Con una manovra da 45 miliardi in due anni è inevitabile toccare pensioni ed enti locali. E' quanto dichiara Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera replicando alle critiche che continuano a piovere sulla manovra.
«Abbiamo fatto i conti con le critiche rivolte ad alcuni aspetti della manovra - afferma Cicchitto - e abbiamo realizzato alcuni cambiamenti significativi, in primo luogo eliminando la tassazione sui redditi al di sopra dei 90mila euro; abbiamo attenuato i tagli sugli enti locali e dato la dimensione sua propria, che è di carattere istituzionale, al superamento delle province e alla riduzione del numero dei parlamentari. Ora però - conclude - non si può pretendere che una manovra la quale comunque in due anni deve tagliare circa 45 miliardi di euro non possa neanche toccare alcuni voci come gli enti locali e le pensioni. Chi poi afferma che non si è fatto nulla sui costi della politica non ha evidentemente letto il provvedimento».
Gasparri: «Le nuove misure sulle pensioni sono eque» - «Naja e studio continueranno a valere ai fini del calcolo economico della pensione. Però si deve andare in pensione dopo avere lavorato effettivamente per quarant'anni. Una misura equa e accettabile che non lede i diritti economici dei lavoratori e che contribuirà a migliorare i saldi». Lo ha detto Maurizio Gasparri, capogruppo Pd al Senato, commentando l'intesa sulla manovra uscita dal vertice di maggioranza di Arcore.
Enrico Letta: «Stretta sulle pensioni incentivo ad evadere» - «La norma sulle pensioni, priva di qualsiasi visione strutturale e di lungo respiro, è un incentivo culturale all'evasione fiscale». Così Enrico Letta, vice segretario del Pd, in apertura della seconda giornata di veDrò, il think net trasversale da lui fondato, che si riunisce ogni anno a Dro (TN) presso la Centrale idroelettrica di Fies.
«All'italiano che in una sera si vede fregato dallo Stato il patto dei quattro anni di laurea o di uno di servizio militare, scatta immediatamente la reazione di dire appena posso lo Stato lo frego io. Con una norma simile si fanno cento passi indietro rispetto all'aspirazione alla cultura della fedeltà fiscale», aggiunge.
Boccia (Pd): «Emendamento per il riscatto della laurea e militare» - «Il governo Berlusconi cambia continuamente le regole del gioco in corso d'opera come nel caso delle pensioni dimostrandosi sempre meno credibile». Lo afferma Francesco Boccia, responsabile commissioni economiche del Pd.
«Presenteremo un emendamento per dare ai giovani la possibilità di scegliere tra mantenere il riscatto degli anni della laurea o del militare per arrivare alla pensione e poter riavere invece i soldi con cui questi anni sono stati riscattati», aggiunge.
«Non capiamo come mai si possano modificare i diritti acquisiti di chi ha studiato o ha servito la patria mentre invece si possa proclamare l'intangibilità di chi ha evaso le tasse. E' una vergogna. I giovani italiani - conclude - sanno bene che purtroppo andranno in pensione a 70 anni, tuttavia non è possibile che il loro futuro continui ad essere deciso da una parte della classe dirigente che vive di vitalizi e pensioni di lusso. Il vertice di Arcore è stato un accordo tra pensionati di lusso alle spalle dei giovani italiani».