28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Dopo il confronto Governo - Parti sociali

Crisi, la parola a Tremonti

Bersani: «Aspettiamo ancora le proposte del Governo». Marcegaglia: «Fare presto, al paese servono risposte». Camusso: «Se il Governo insiste sciopero generale»

ROMA - Toccherà al ministro dell'Economia Giulio Tremonti prendere la parola davanti alle commissioni parlamentari, riunite in via eccezionale ad agosto, per illustrare la strategia anti-crisi del governo dopo che dal confronto fra esecutivo e parti sociali di ieri non sono emersi dettagli sulle misure urgenti che saranno adottate la prossima settimana.
Ufficialmente l'informativa del titolare di via Venti Settembre, prevista per le 11, è sulla modifica dell'articolo 81 della Costituzione con l'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio obbligatorio, ma la seduta straordinaria delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato sarà inevitabilmente l'occasione per porre delle domande al responsabile dell'Economia sugli interventi in cantiere.

Ad ascoltare il ministro, d'altronde, ci saranno tutti i big dell'opposizione da Pier Luigi Bersani, a Pier Ferdinando Casini a Francesco Rutelli. Ma anche per la maggioranza saranno presenti i numeri uno, dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, ai capigruppo, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Possibile anche la partecipazione del leader della Lega Umberto Bossi saranno a Roma ma non è ancora chiaro se parteciperanno ai lavori delle commissioni.

Berlusconi e il Consiglio dei Ministri agostano - Silvio Berlusconi mette in stand by la sua vacanza sarda e torna a Roma per incontrare le parti sociali e dire quel (poco) che può dire. E cioè che l'impegno a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 è confermato e che il governo si muoverà per «fare tutto presto e bene». In realtà la novità c'è ed è l'annuncio di un Consiglio dei ministri da tenere il 18 agosto, forse anche il 16, per il varo del decreto con le misure anti-crisi. Cosa conterrà resta però un mistero.
Che non viene svelato nemmeno alle parti sociali, se è vero che Gianni Letta si limita a dire che si valutano «tutte le ipotesi».
Silvio Berlusconi, d'altra parte, sa bene che dentro la maggioranza la quadra è ancora tutta da trovare. La decisione di partecipare all'incontro a palazzo Chigi supponeva però la necessità di uno scatto di reni. Anche perché il pressing della Bce in questi giorni non si è mai interrotto, così come non si è mai chiuso l'occhio vigile di Mario Draghi. Sul tavolo della presidenza del Consiglio resta infatti la «incisiva» e dettagliata lettera firmata da Trichet e dal suo successore all'Eurotower in cui si sollecitano al governo interventi. E così, con i mercati europei che vanno a picco e piazza Affari che segna il minimo storico, Silvio Berlusconi aveva necessità non solo di dimostrare che il governo lavora anche ad agosto ma anche che sa fare in fretta. Da qui l'annuncio di un Consiglio dei ministri post ferragostano che fino a ieri restava sullo sfondo come una minaccia alle vacanze dei ministri ma che i più tendevano a escludere.
La domanda però resta: l'esecutivo si riunisce per fare cosa? Per ora Gianni Letta ha annunciato che ci saranno tre tavoli di lavoro tematici: su modernizzazione nella pubblica amministrazione e mercato del lavoro, infrastrutture, privatizzazioni e servizi pubblici. In serata il Pdl fa il punto a via dell'Umilta mentre in contemporanea Silvio Berlusconi vede Umberto Bossi e lo stato maggiore leghista a palazzo Grazioli.
Presenti prima all'uno e poi all'altro incontro anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

Ristrutturare la manovra - Il Carroccio oggi, con il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, nega di aver mai tifato per l'introduzione di «qualsiasi patrimoniale». Ma quei 20 miliardi circa che servono per «ristrutturare la manovra» (parole di Tremonti) devono pur essere trovati da qualche parte. Il primo che non ha mai voluto sentir parlare di patrimoniale è proprio Silvio Berlusconi ma l'ipotesi di un intervento - almeno sui redditi più alti - non dispiace affatto ad alcuni ministri del Pdl, tanto che il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni punta il dito contro le posizioni dei colleghi di partito che «sono rimasti ancorati ai dogmi economici e politici del Psi ancién regime». Ma il terreno davvero minato è quello delle pensioni. Se i lumbard sembrano aver fatto un passo indietro sulla patrimoniale, non paiono altrettanto intenzionati a farlo su questo punto. Ed è questo che con ogni probabilità Umberto Bossi tornerà a ripetere a cena al premier. Ma Berlusconi pensa che non ci siano molti altri terreni d'intervento, ed è questo che tenterà di spiegare stasera al senatur. Domani poi la parola passerà a Giulio Tremonti che alle 11 parlerà davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.

Bersani: «Aspettiamo ancora le proposte del Governo» - «Speriamo che domani non vada come oggi sennò la situazione diventa veramente, veramente seria»: così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani commenta l'incontro tra governo e pari sociali sulla crisi economica. «A questo punto le nostre proposte un po' le diremo domani - ha detto Bersani a conclusione dell'incontro dei vertici del Pd alla sede del partito in vista dell'audizione del ministro Tremonti domani alle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali - ma domani pretendiamo anche che il governo dica qualcosa delle sue, perchè mi pare che non si sappia nulla ancora delle proposte del governo. L'incontro con le parti sociali è stato totalmente deludente. Vediamo se domani ci diranno qualcosa in più, e noi siamo pronti con le nostre».
«Dibattito parlamentare, conferenza stampa, incontro con le parti sociali, Consiglio dei ministri: basta che decidano qualcosa, perchè sarà ora di decidere qualcosa», ha detto ancora il segretario del Pd. «Ci aspettiamo che Tremonti domani venga a dirci come e a carico di chi intende trovare 20 miliardi di euro l'anno prossimo». Quanto al 'no' della Lega a modifiche del sistema previdenziale e all'ipotesi di una patrimoniale, Bersani taglia corto: «Dicono no a tutto, vedremo».

Marcegaglia: «Fare presto, al paese servono risposte» - Le parti sociali, tutte, hanno sottolineato «la necessità dell'urgenza» di intervenire da parte del governo con le misure anticrisi. Lo ha spiegato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia al termine dell'incontro con il governo che però, come evidenziato dalla stessa presidente degli industriali non ha approfondito nel merito quali misure prenderà nel prossimo consiglio dei ministri annunciato tra il 16 e il 18 agosto.
«Il governo ha annunciato che tra il 16 e il 18 agosto ci sarà un cdm che varerà un provvedimento d'urgenza. Non ha anticipato nel dettaglio i contenuti ma ha detto che l'obiettivo è di portare il deficit/Pil all'1,5-1,7% nel 2012 per arrivare al pareggio nel 2013. Noi tutti abbiamo sottolineato la necessità e l'urgenza perchè al paese servono risposte e che si faccia presto».
La manovra - ha aggiunto la Marcegaglia - deve essere «di rigore e di equità», ma accanto al rigore servono provvedimenti per il rilancio della crescita «come le privatizzazioni, le liberalizzazioni, le infrastrutture». Quanto poi al mercato del lavoro infine la Marcegaglia ha sottolineato che deve essere nella «totale, unica disponibilità delle parti e per questo abbiamo deciso che ci incontreremo a breve».

Camusso: «Se il Governo insiste sciopero generale» - La Cgil non esclude di arrivare allo sciopero generale se saranno confermate le ipotesi in circolazione sulla manovra. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo l'incontro con le parti sociali a Palazzo Chigi. «Se lo schema della manovra così come leggiamo dai giornali - ha sottolineato - verrà confermato nel decreto, proseguiremo la mobilitazione per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale».
«Sui tempi e sui modi - ha aggiunto - deciderà l'organizzazione».

La replica di Lupi - «Oggi non è il momento del conflitto sociale». Così il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, ospite della trasmissione In Onda su La7, replica alle dichiarazioni del leader della Cgil Susanna Camusso che minaccia lo sciopero generale. «In questi tre anni - prosegue Lupi - contrariamente ad altri paesi l'Italia non ha mai visto il ritorno del conflitto sociale e ringrazio tutte le forze sociali per questo. Mi auguro che l'autunno che verrà non sia caldo, ma un autunno serio e di confronto, anche di confronto duro tra maggioranza e opposizione e anche di sacrifici, a partire dalla classe politica».
«Non diamo - ammonisce Lupi - il segnale pericoloso che vedo a Londra e che mi preoccupa molto, perché ciò che sta accadendo nel cuore dell'Occidente e nella patria liberale non è riducibile solo a un tema razziale, per cui faccio di nuovo appello alla responsabilità».
Tra le misure anti-crisi «la patrimoniale non ci sarà, perché non è nella nostra concezione politica ed è un errore. Questo - aggiunge il parlamentare Pdl - è il momento della responsabilità di tutti, di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizioni, e delle forze sociali. E' in crisi un modello - spiega Lupi -: pensavamo di essere usciti dalla crisi del 2008 e invece no, sta accadendo il finimondo. Il problema non è Berlusconi sì o Berlusconi no, questa crisi va affrontata insieme e insieme all'Europa perché è in gioco il futuro dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente».

Bonanni alla Cgil: Ai mercati non si risponde con la mobilitazione - Se la Cgil dovesse decidere di proclamare una mobilitazione generale contro la manovra «sarebbe uno sbaglio». Così ha detto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell'incontro delle parti sociali con il governo a palazzo Chigi in merito all'ipotesi di una mobilitazione generale paventata da Susanna Camusso.
«Sarebbe l'ennesima mobilitazione - ha detto il leader della Cisl - Noi, invece, riteniamo che oggi ai mercati non si risponde con lo sciopero generale. Quello che serve ora è la coesione tra tutti. Se la casa brucia - ha concluso - tutti dobbiamo mettere mano al secchio per spegnere l'incendio».
«Non mi aspettavo nè di più nè di meno. Quello che conta è quello che decideranno nelle prossime ore». Così il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato l'incontro delle parti sociali con il governo.
«Il governo - ha spiegato - le cose essenziali dice di avercele dette, ma per noi la questione vera è dove andranno a prendere i soldi. Spero - ha aggiunto - terranno conto di quanto abbiamo chiesto perchè le cose vanno davvero male. Le borse danno un segnale preoccupante e l'Italia è quella che sta peggio».
In attesa di sapere cosa intende fare l'esecutivo, il leader della Cisl ribadisce le richieste che le parti sociali hanno fatto al governo. «I soldi potrebbero arrivare da un aumento dell'Iva, dall'anticipo della riforma fiscale con introduzione aliquota unica, da portare dal 12,5% al 20%, dalla diminuzione dei costi della politica e dalla revisione degli assetti amministrativi». Per Bonanni «prima si fanno queste cose, poi si pensa ad altre opzioni. Ci saranno altri incontri, vedremo cosa uscirà fuori».
Quanto alla patrimoniale, per il leader sindacale «è normale che Confindustria sia contraria e i sindacati favorevoli. E' il governo che deve decidere cosa fare. La vera macelleria sociale - ha concluso - è quando si aumenta il debito senza fare nulla. Non si fa politica in questo momento, ma si lavora per il bene del Paese.»

Sacconi: «Adesso spetta al Governo decidere su misure» - L'incontro con le parti sociali «ha consentito al governo di motivare la necessità di provvedimenti urgenti per corrispondere alle esigenze di stabilità e di crescita e a ciascun attore sociale di sottolineare le proprie specifiche priorità». Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, aggiungendo che «a questo punto è il governo a dover decidere nel nome delle sue primarie responsabilità».