28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Positiva l'asta dei Bot, rendimenti in calo

L'ultima chance di Silvio

Per il Financial Times: «Berlusconi deve avviare le riforme e colmare il deficit di leadership». Bonanni: «Pensioni? Prendere i soldi altrove». Ciampi: «A rischio il modello economico dell'occidente»

ROMA - «E' difficile dire se gli italiani stiano perdendo la loro fiducia in Silvio Berlusconi più di quanto i mercati finanziari ne stiano perdendo nell'Italia». Con un affondo fin dalle prime righe, l'editoriale di oggi del Financial Times incalza: «Ma ciò di cui l'Italia soffre in misura maggiore non è tanto un enorme debito, quanto piuttosto un super deficit di leadership politica».

Ultima chance per il Premier - L'impietosa analisi del Ft continua elencando i mali dell'Italia - a cominciare dal 48esimo posto nell'indice di competitività del Wef fino alla disastrosa situazione del mercato del lavoro, passando per il caos del sistema giudiziario e, soprattutto, per la corruzione e le infiltrazioni criminali nella vita pubblica - per sottolineare l'urgente necessità di avviare delle riforme strutturali senza differire, «l'ultima chance per il 74enne Berlusconi di mettere avanti gli interessi della nazione a quelli suoi personali, del suo impero finanziario, dei suoi guai giudiziari».

Il compito della Politica - Ma il Ft nutre «ragioni particolari per dubitare che Berlusconi sia all'altezza del compito», considerando che sono passati 17 anni dalla sua prima elezione e che tutte le sue promesse di «liberare» la struttura produttiva italiana si sono «risolte in un nulla di fatto». Ciò nonostante l'Ft non sembra prediligere l'ipotesi di un governo tecnico, sul modello di quello Ciampi del 1993-94: «Tocca ai politici eletti mostrare una reazione istintiva e prendere il toro per le corna».

Bonanni: «Pensioni? Il Governo prenda i soldi altrove» - Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, nel giorno dell'incontro fra governo e parti sociali manda un messaggio chiaro all'esecutivo, quando da più parti viene ventilata l'ipotesi di un intervento sulle pensioni per reperire le risorse utili al pareggio di bilancio nel 2013. «Ogni operazione che viene decisa oggi - ha detto il segretario in un'intervista a UnoMattina - più che consolidare il sistema penso che serva a prendere soldi dal sistema. Allora noi suggeriamo di andare a prenderli altrove».
«Da Tremonti - ha aggiunto Bonanni - mi aspetto una proposta complessiva, rigorosa, responsabile ed equa. Chi l'ha detto che le pensioni devono essere al centro dell'attenzione? Per i pensionati avere un sistema solido significa non rischiare il default».
«La politica deve mollare i propri domìni - ha detto Bonanni - loro ci hanno regalato negli ultimi trent'anni una situazione che non ha precedenti un europa e nel mondo. Bisogna dimagrire lo Stato e ne verrà maggiore efficienza».

«Patrimoniale sì, ma escludere la prima casa» - Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, si dice favorevole all'inserimento nella manovra di una patrimoniale «purchè sia tolta la prima casa».
«Di solito le tasse in Italia le pagano lavoratori dipendenti e pensionati non possono pagare di nuovo quando c'è la patrimoniale». Inoltre, secondo il segretario della Cisl, è possibile un «aumento delle aliquote sulle rendite finanziarie dal 12,5% al 20%, aumento da inserire nella delega fiscale. Oltre a questo, un punto di Iva che ci potrà portare dieci miliardi. Questa operazione, fatte insieme alla riduzione dei costi della politica, credo che sia una buona alternativa».

Brunetta: «Potremmo fare le riforme in tre mesi» - «Da settembre a dicembre si può incardinare quasi tutto. Nel 2012 cominceremo a vedere i risultati, nel 2013 raggiungiamo il pareggio e rivinciamo le elezioni». Ne è convinto il ministro il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, intervistato dal Giornale. Un'intervista a 360 gradi in cui il ministro ha sottolineato la necessità di dare un accelerata per far fronte alla crisi: «Possiamo farlo perchè la benzina nel motore c'è già». Il modo è presto detto: «Servirebbe da subito che il Consiglio dei ministri si riunisse non una ma due volte alla settimana, per deliberare ma anche per monitorare i processi legislativi. Cosi' come il Cipe si deve riunire una volta al mese. Decisioni, controlli e risorse: questa è la ricetta».

Ciampi: «A rischio il modello economico dell'occidente» - Non ha dubbi l'ex Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi nell'ammettere l'esistenza di un rischio per il modello economico occidentale, il capitalismo. Il presidente emerito, intervistato dal quotidiano La Stampa, ha chiarito il proprio pensiero: «E' la zoppia dell'Eurozona, la mancata realizzazione di un centro di governo della politica economica di tutta l'area dell'euro ad aver provocato la crisi di Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna e Italia. E' quello il punto da affrontare. E subito». Ad aggravare la situazione è la mancanza di provvedimenti strutturali davanti ad una situazione di crisi epocale, strutturale. C'è un evidente scompenso tra diagnosi e terapia. E bisognava muoversi prima, rimediare a quella zoppia». Questo non è stato fatto perchè: «C'è un difetto di capacità governativa. Chi più chi meno, magari un po' meno il governante tedesco e di più l'italiano o lo spagnolo, ma hanno tutti mancato. E continuano a mancare».

De Bortoli: «Servono scelte coraggiose» - «Occorre che tutti, per primo il governo con le sue responsabilità, si siedano al tavolo» del confronto «consapevoli che senza una soluzione forte, con sacrifici nell'equità, vi sarà la mesta contabilità dei danni che il sistema Paese subirà con una nuova tempesta». A lanciare questo appello all'unità d'intenti è il direttore del quotidiano Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. In un editoriale pubblicato in prima pagina, il direttore ha definito «drammatico» l'incontro di questo pomeriggio fra Governo e parti sociali. Un appuntamento che non è «uno dei soliti incontri in cui ci si possono permettere tatticismi o rinvii. Non una trattativa: non c'è nessuno scambio da fare. Un confronto cui è legata la salvezza del Paese».
Per il direttore «Possiamo e dobbiamo farcela da soli». Anche perchè «La Banca Centrale europea non ci darà una mano come ha fatto in questi giorni ed un ulteriore e profonda crisi di mercato potrebbe stravolgere anche le banche ed il sistema produttivo». L'invito è che «Ciascuno faccia la sua parte con senso di responsabilità. Il governo - è l'invito di De Bortoli - trovi il coraggio di adottare scelte impopolari ma eque, cominciando a dare il buon esempio con il taglio dei costi della politica, segua con decisioni immediate i punti qualificanti della lettera inviata a Berlusconi da Trichet e Draghi, mediti sui suoi ritardi e sui suoi errori».
All'opposizione, invece, il direttore ha lanciato l'appello «a riflettere: » Al punto in cui siamo arrivati non c'è tempo per un governo tecnico o per nuove maggioranze». Questo anche se il governo è commissariato: «Inutile scandalizzarsi, chi si indebita troppo perde parte della propria libertà d'azione. Ma la può recuperare, basta un pò di serietà che finora purtroppo non c'è stata»

Mingardi: «L'Italia potrebbe essere a un punto di svolta» - L'Italia potrebbe essere «finalmente arrivata ad un punto di svolta», secondo il direttore dell'Istituto Bruno Leoni, Alberto Mingardi, con un articolo sul Wall Street Journal. L'inserimento in costituzione dell'obbligo di mantenere il bilancio in pareggio, se potrebbe sembrare solo una questione simbolica, può però anche segnare l'avvio di un percorso che porterà la penisola a intaccare la pesantezza della sua burocrazia e delle regole che limitano la concorrenza.
L'economia italiana sta collassando sotto il suo stesso peso», avverte Mingardi. Ma finalmente ora il premier Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti sembrano aver abbandonato la strategia della negazione, sulla necessità di operare riforme, e annunciato invece l'intenzione di procedere a ulteriori tagli alla spesa e a misure per rilanciare la crescita.

Della Valle: La maggior parte politici è meglio che vada in vacanza - La maggior parte dei politici è meglio che vada in vacanza, così evita di fare guai. Lo sostiene il numero uno della Tod's, Diego Della Valle, secondo cui «dovremmo chiedere ai politici di qualità di rimanere 'sul pezzo' e guardare giorno per giorno cosa succede, e a tutti gli altri, che sono la stragrande maggioranza, di andare in vacanza, così evitano di fare dei guai».
Il rilancio dell'economia, afferma l'imprenditore marchigiano in un'intervista a Tg5 Numeri in chiaro (in onda in seconda serata su Canale5), passa anche per un intervento fiscale. «Abbiamo dipendenti - spiega - che guadagnano troppo poco e non riescono più ad avere una vita dignitosa: bisogna far sì che i loro salari aumentino. D'altra parte, ci sono aziende che cominciano a essere al limite della competitività per l'alto costo del lavoro. Tutto quello - sottolinea - che dipendente e imprenditore pagano allo Stato per le sue inefficienze deve essere ristrutturato e tagliato».
Sulle prospettive del paese, poi, Della Valle invita gli imprenditori «ad avere pazienza, perseverare e fare in modo che lo Stato metta a disposizione i due o tre strumenti che possono aiutare a lavorare meglio e vendere meglio in giro per il mondo».

Positiva l'asta dei Bot, rendimenti in calo - I dati sull'esito dell'asta Bot di oggi sono da leggere positivamente soprattutto per quanto riguarda la forte domanda, che è stata pari a 12,6 miliardi rispetto a titoli offerti per 6,5 miliardi. Un dato che, secondo alcuni operatori, conferma che la richiesta sui titoli di Stato italiani rimane elevata. «L'asta di oggi è andata bene e conferma che la domanda di titoli italiani rimane robusta e potrebbe essere letta come un segnale confortante da parte degli investitori», commenta in una nota Chiara Cremonesi, fixed income strategist di UniCredit Research.
Il dato sui rendimenti (scesi al 2,959%), rileva un operatore, non è da comparare tanto a quello del mese scorso - quando in seguito alle tensioni sul debito pubblico italiano era balzato al 3,67% - ma piuttosto a quello di due mesi fa (2,14%), quando l'Italia non era sotto attacco della speculazione.
L'asta di Bot annuali odierna è stata la prima dopo che il week-end scorso la Bce ha deciso di intervenire a sostegno dei titoli di Stato italiani e spagnoli: una mossa che ha riportato a un clima di maggiore fiducia che ha inciso positivamente anche sul collocamento odierno.