26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Il ministro del lavoro intervistato al Tg1

Sacconi: Per ora nessun intervento sulle pensioni

Bossi: «Le pensioni non si toccano». Cgil: «Circolare lavori usuranti chiarisca punti precisi». PD: «Sacconi scarica sull'Europa la responsabilità di fare macelleria sociale»

ROMA - Allo stato non sono previsti interventi sulla pensioni. E' quanto ha detto in un'intervista al Tg1 il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, alla vigilia dell'incontro previsto domani a palazzo Chigi tra governo e parti sociali sulle misure per l'anticipo del pareggio di bilancio al 2013. Alla domanda se ci saranno interventi sul fronte previdenziale Sacconi ha replicato: «Allo stato non c'è nulla a questo proposito».
«Guarderemo insieme alla sostenibilità dei conti previdenziali, che nel lungo temine sono a posto; nel breve termine faremo una verifica con le parti stesse», ha aggiunto il ministro Sacconi al Tg1.

Il governo, però, potrebbe essere costretto a mettere mano al capitolo pensioni, non solo per anticipare qualche misura già prevista dalla manovra ma anche per studiare qualche correttivo ecco le ipotesi:

Pensioni d'anzianità: si studia un intervento sul meccanismo delle quote, fissate fino a fine 2012 a 96 con almeno 35 anni di contributi per i dipendenti e a 97 per gli autonomi. Misura che potrebbe consentire in 3-4 anni un vero e proprio blocco dei ritiri anticipati, con l'allineamento dell'età ai 65 anni necessari per la vecchiaia.

Pensioni-Aspettativa di vita: potrebbe essere anticipato ulteriormente l'aggancio del momento di pensionamento all'aspettativa di vita media calcolata dall'Istat. La manovra attualmente fa scattare il meccanismo al 2013 ma potrebbe essere fissato un anno prima.

Età pensionabile delle donne: si potrebbe accelerare sull'età di pensionamento delle lavoratrici private. L'avvio dell'innalzamento progressivo attualmente è fissato al 2020 per arrivare a 65 anni nel 2032 ma tra le ipotesi emerge la possibilità di far scattare l'adeguamento già dall'anno prossimo. Quest'intervento garantirebbe forti risparmi.

Rivalutazione pensioni: il congelamento delle indicizzazioni previsto in manovra potrebbe essere esteso agli assegni minori fino a un blocco totale per i prossimi due anni. Attualmente la stretta riguarda le pensioni superiori a cinque volte il minimo Inps (2.380 euro), per le quali si azzera la rivalutazione automatica per il biennio 2012-2013. A questi assegni tuttavia viene riconosciuta una rivalutazione del 70% per la sola quota inferiore a tre volte il minimo (1.428 euro).

Assegni di reversibilità: allo studio anche novità sugli assegni di reversibilità. Si potrebbe rafforzare il giro di vite sulle pensioni ai superstiti già prevista dalla manovra.

Bossi: «Le pensioni non si toccano» - Ma dalla Padania arriva l'avvertimento al governo: «Le pensioni dei lavoratori non si toccano», è il titolo di prima pagina del quotidiano leghista che intima così l'altolà del Carroccio alla vigilia degli incontri del governo con le parti sociali per individuare le misure anticrisi. Nel sommario le parole del ministro Umberto Bossi che dopo l'incontro con Tremonti rassicura: «Finché c'è la Lega non si mettono in discussione i diritti della nostra gente». E ancora: «La stabilità non sacrifichi Padania e fasce deboli».

Bonanni: «Nessuno tocchi la previdenza» - Nessun consenso dalla Cisl a un nuovo taglio delle pensioni per rimettere i conti in ordine. L'eventualità, tra le ipotizzate misure anticrisi, di nuovi tagli alla previdenza, viene bocciata dal leader della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista alla Stampa. Alla vigilia dell'incontro tra governo e parti sociali di domani pomeriggio, Bonanni sottolinea: «Sulle pensioni si sono fatte già tutte le operazioni possibili e immaginabili e ora abbiamo un sistema solido come riconoscono tutti in Europa. Se vogliono metterci ancora le mani vuol dire che non vogliono consolidare il sistema pensionistico, vogliono prendersi i soldi e basta».
La Cisl «non è d'accordo» se la direzione è questa. «Devono mettere il bue davanti al carro - afferma Bonanni -. Cioè la politica, maggioranza e opposizione deve prima mettere mano sui suoi domini. Province, spese istituzionali, costi della politica: serve prima una profonda riforma dello stato nelle sue articolazioni centrali e locali».
Per il leader della Cisl un altro punto su cui sui potrebbe intervenire è rappresentato dalle municipalizzate, poi Iva, rendite, patrimoniale. «Se fanno le cose che abbiamo detto noi, politica, Iva, rendite, patrimoniale, tirano su un sacco di soldi e le pensioni non c'è bisogno di toccarle. E si rimette in moto l'economia».

Cgil: Circolare lavori usuranti chiarisca punti precisi - La circolare proposta dal ministero del Welfare sul pensionamento dei lavoratori addetti ad attività usuranti «può essere utile se aiuta a chiarire definitivamente alcuni punti che le organizzazioni sindacali unitariamente hanno da tempo indicato». Lo affermano il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile del dipartimento Welfare del sindacato, Sandro Del Fatto, dopo un incontro al ministero.
Nell'incontro è stata proposta «una circolare interpretativa che dovrebbe fornire, in attesa del decreto attuativo sulla procedura, prime indicazioni operative che agevolino i lavoratori nella presentazione delle domande per accedere ai benefici previsti dalla legge». La circolare deve quindi chiarire «alcuni punti che le organizzazioni sindacali unitariamente hanno da tempo indicato, come la necessità di confermare che i periodi di contribuzione figurativa parziale sono da considerarsi a ogni effetto utili per l'accesso ai benefici previsti». Così come pure, a proposito del lavoro a catena, «c'è bisogno di chiarire che il riferimento al lavoro a cottimo non implica che l'accesso al beneficio sia legato alla corresponsione di una tariffa di cottimo che è ormai largamente superata dalla contrattazione collettiva».
Inoltre, concludono Lamonica e Del Fattore, «riteniamo di primaria importanza, proprio in considerazione della grave crisi economica, accogliere la proposta di sottrarre dal periodo sul quale viene effettuato il computo delle attività usuranti i periodi di fruizione degli ammortizzatori sociali. Sono nodi da sciogliere al più presto, perchè la scadenza per la presentazione delle prime domande è il prossimo 30 settembre».

Cisl: E' urgente una circolare del Governo sui lavori usuranti - È urgente una circolare del governo sul pensionamento dei lavoratori che svolgono attività usuranti. Lo sostiene il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, dopo un'audizione delle parti sociali al ministero del Welfare. «È apprezzabile - afferma - l'intenzione del ministero di fornire immediatamente alcune indicazioni operative utili sull'applicazione della normativa per l'accesso anticipato al pensionamento dei lavoratori addetti alle attività particolarmente usuranti in vista della prossima presentazione delle domande, anticipando cosi il decreto interministeriale previsto dalla legge con una circolare che consenta ai lavoratori l'accesso ai benefici, risolvendo i dubbi interpretativi sorti con la lettura del provvedimento».
«Sono arrivati chiarimenti importanti sull'iter procedurale - spiega Petruccioli in una nota - ma è necessario definire quanto prima anche alcuni aspetti di contenuto, in linea con le richieste già avanzate dalle organizzazioni sindacali». Per il lavoro a catena «va chiarito che il riferimento al lavoro a cottimo non limita il beneficio alla corresponsione di una tariffa di cottimo ma ha valore puramente definitorio del ritmo produttivo vincolato, mentre ai fini della somma dei periodi lavorativi svolti nell'attività usurante si deve tenere conto anche dei periodi parzialmente coperti da contribuzione figurativa».
«Riteniamo quindi - conclude il sindacalista - non solo utile ma anche indispensabile l'emanazione di una circolare in tempi brevissimi, in modo da consentire ai lavoratori di accedere comunque ai benefici previsti dalla normativa, in attesa che venga varato il decreto interministeriale che richiede tempi e procedure più lunghi e quindi incompatibili con i termini previsti per la presentazione delle domande».

PD: «Sacconi scarica sull'Europa la responsabilità di fare macelleria sociale» - «Sacconi ha iniziato l'operazione di scaricare sull'Europa la responsabilità di fare macelleria sociale. Il pilastro su cui si basa il ragionamento del ministro del Lavoro ha i piedi di argilla perché attribuisce le causa della crisi alle politiche sociali e si guarda bene di scomodare i veri responsabili». Lo dice Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera.
«Dal governo, infatti - prosegue Miotto in una nota - non è stato fatto niente sulle transazioni finanziarie o sui prelievi per i redditi più alti se non condoni e scudi fiscali; perfino il federalismo fiscale è stato azzerato con i tagli e con l'inerzia dello stesso Sacconi nella predisposizione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), senza i quali non si stabiliscono i fabbisogni standard. Tutti i paesi europei hanno salvaguardato la spesa sociale nonostante le difficoltà per la crisi. Se tutta le lettera al Corriere della Sera è mistificatoria, il ministro si dimostra senza pudore quando addebita all'opposizione l'assenza di riforme. Egli fa parte di un governo che nei primi due anni di legislatura ha avuto un centinaio di deputati in più, ma che non ha fatto nessuna riforma sottovalutando colpevolmente la crisi. E adesso ci viene a dire che dovrebbero pagare gli invalidi, coloro cioè che ricevono una pensione di invalidità civile pari a 256 euro e una indennità di accompagnamento di 480 euro se gravemente non autosufficienti: queste sarebbero le 'generose invalidità' di cui parla Sacconi. Invece di toccare le pensioni, che nel 79 per cento dei casi non raggiungono i 1000 euro, perché non fanno pagare quanti appartengono alle fasce di reddito più alte, come noi parlamentari? E per quanto riguarda i cosiddetti falsi invalidi - conclude Miotto - il ministro sa che dopo i controlli ordinati da lui e dal suo collega Brunetta solo tre pensioni su cento vengono revocate?».

IdV: Le pensioni non si toccano» - «Le pensioni non si toccano. Non è possibile continuare a far pagare chi ha già dato tutto quello che poteva. Le risorse per risollevare il Paese dalla crisi vanno prelevate altrove, né dalle pensioni né dal lavoro dipendente che anzi deve essere salvaguardato per una questione di equità sociale e di salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie».
Lo ha detto il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, che individua «nel taglio serio ai costi della casta e in una politica di vere liberalizzazioni la chiave da cui reperire le risorse che servono per raggiungere il pareggio di bilancio con un anno di anticipo rispetto alle previsioni sciagurate del nostro governo».p>