Il Pil Usa zavorra le borse
L'Europa lima le perdite, Milano -0,67. Obama interviene nuovamente su stallo bilancio: «Il tempo stringe»
ROMA - Dei tentativi di miglioramento nelle ultime ore hanno moderato le perdite con cui le Borse europee chiudono un'altra settimana difficile. A Milano, dove nel corso di seduta i cali sono arrivati a superare il 2 per cento, a fine scambi i maggiori indici segnano dinamiche contrastate: il Footsie Italia all share segna un più 0,2 per cento, ma il Footsie-Mib un meno 0,67 per cento, dopo una seduta in cui si sono riviste tensioni sui titoli di Stato della penisola, e nuovi ampliamenti dei differenziali (spread) di rendimento rispetto ai Bund della Germania. Londra ha chiuso al meno 0,99 per cento, Parigi meno 1,07 per cento, Francoforte meno 0,44 per cento. A metà seduta una Wall Street contrastata tenta incursioni in territorio positivo, ma dalle due sponde dell'Atlantico resta un clima allarmistico.
Se l'Europa continua a combattere con le crisi debitorie di Stati della periferia - Grecia, Irlanda e Portogallo - che minacciano di contagiare altri paesi dell'area euro, gli Stati Uniti sono di fronte al crescente rischio di ritrovarsi impossibilitati a coprire tutti i pagamenti del governo federale. Tanto che oggi sullo stallo delle trattative tra democratici e repubblicani è nuovamente intervenuto il presidente Barack Obama, avvertendo che per uscire dal pantano serve un accordo bipartisan, che il tempo sta scadendo - l'intesa deve arrivare entro il 2 agosto - e che in assenza di una soluzione, da un eventuale declassamento di rating tutti gli americani si ritroveranno a pagare di più sulle rate dei vari tipi di prestiti.
Al di là delle diatribe politiche di Washington, oggi ad alimentare le inquietudini ci si sono messi anche i dati sull'economia reale. Il Pil del secondo trimestre ha riservato una doccia fredda: crescita anemica dell'1,3 per cento e con il dato dei primi tre mesi che è stato oggetto di una pesantissima revisione: dal più 1,9 al più 0,4 per cento. (segue)
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