La paura punisce le borse e premia i beni rifugio
Pesante Milano: -2,5%. In rialzo oro e franco svizzero. Una vera ancora di stabilità contro le fluttuazione dei cambi
ROMA - Borse di nuovo al ribasso mentre dall'Europa agli Stati Uniti, saltando da un allarmismo all'altro una cappa di tensione continua a contagiare i mercati; ma da questo prolungato periodo di incertezza, oltre alle attività che sono state particolarmente penalizzate, come i titoli bancari, emergono anche quelle che all'opposto sono state premiate. Inevitabilmente i vincitori sono i beni rifugio, a cominciare dall'oro che nelle ultime due settimane ha inanellato la più protratta serie di sedute rialziste consecutive dagli anni '80, bruciando un record dietro l'altro. Oggi l'ennesimo picco per il metallo giallo, mentre da giorni un altro asset chiave è tornato in grande spolvero: il franco svizzero. Una vera ancora di stabilità contro le fluttuazione dei cambi, e proprio oggi la divisa elvetica ha stabilito un nuovo massimo sul dollaro e ha ricominciato a salire sull'euro.
Mentre resta da capire se Eurolandia sia riuscita a impartire una svolta agli allarmismi sulla crisi debitoria, che partendo dalla Grecia minaccia di contagiare altri paesi, da venerdì scorso le paure dei mercati si sono spostate e concentrare oltre Atlantico, sugli Stati Uniti e sul concreto rischio che la prima economia globale finisca insolvente sui pagamenti. Tanto che oggi in una seduta nuovamente ribassista dei mercati uno dei cali più forti è stato registrato dalle Borse della Cina, il maggior detentore estero di titoli del Tesoro americano, Shanghai ha accusato un meno 2,96 per cento. Non è andata granché meglio a Milano, dove il Footsie-Mib ha chiuso al meno 2,47 per cento nuovamente appesantito da forti cali sui titoli bancari, mentre si sono ricreate alcune tensioni sui rendimenti richiesti ai Btp decennali già scambiati sul mercato, risaliti al 5,62 per cento.
In questo modo si è lievemente riallargato il differenziale di rendimento (spread) rispetto ai Bund ella Germania, a 284 punti base. Materialmente significa che le dinamiche di domanda e offerta fanno si che ai Btp italiani venga richiesta una maggiorazione come premio di rischio di 2,84 punti percentuali, in termini di rendimento in più rispetto agli equivalenti tedeschi. Il tutto mentre da mesi, vuoi per la Grecia, vuoi per l'Irlanda o il Portogallo e ora per gli Usa, è sempre la stessa parola a simboleggiare le paure degli operatori: «default», o insolvenza appunto. Negli Usa questo scenario è legato al trascinarsi di un braccio di ferro tra casa Bianca e repubblicani sulla necessità di aumentare i limiti al deficit di bilancio, già raggiunti nei mesi scorsi.
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