28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Al livello più basso dal 2004 anche l’occupazione maschile. E l’inflazione sale al 2, 4%

La disoccupazione giovanile raggiunge un nuovo record, ora è al 29,4%

Fassina (Pd): il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti è campione di risultati negativi. Belisario (Idv): Il paese va a rotoli ma il governo pensa a intercettazioni e processo breve. A fine marzo torna la protesta nelle Università

ROMA - Non si arresta la crescita del tasso di disoccupazione dei giovani italiani. A gennaio, secondo le stime provvisorie diffuse dall'Istat, raggiunge il 29,4%. Nuovo record da quando c'è la serie storica dei dati mensili, cioè dal 2004.
Aumenta numero inattivi e diminuisce il tasso di occupazione
«In apertura d'anno - spiega l'Istituto - il mercato è nuovamente incerto» e registra la crescita su base annua del «tasso di disoccupazione, la diminuzione del tasso di occupazione, l'aumento della disoccupazione giovanile e l'incremento dell'inattività».

IL TASSO DI OCCUPAZIONE MASCHILE AI MINIMI
Torna a calare l'occupazione: a gennaio gli occupati sono 22 milioni e 831mila unità, in diminuzione dello 0,4%, cioè 83mila in meno, rispetto a dicembre. Lo riferisce l'Istat che ha diffuso oggi la stima provvisoria. Il tasso di occupazione è pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 0,4 rispetto a gennaio 2010.
In particolare, il tasso di occupazione maschile non è mai stato così basso da quando c'è la serie storica dei dati mensili, cioè dal gennaio 2004 e diminuisce di 0,2 punti percentuali nell'ultimo mese e di 0,9 punti su base annua. Quello femminile fa registrare un calo congiunturale di 0,2 punti percentuali, mentre aumenta di 0,1 punti percentuali in confronto a gennaio 2010.

ACCELERA ANCHE L’INFLAZIONE - Accelera l'inflazione a febbraio e registra il record dal novembre 2008. L'indice dei prezzi al consumo dell'intera collettività (Nic), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% rispetto al mese di gennaio e del 2,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat che ha diffuso oggi le stime provvisorie.

I PRODOTTI ENERGETICI FANNO SCHIZZARE I PREZZI - L'accelerazione di febbraio è trainata dall'andamento dei prezzi degli energetici non regolamentati (benzina, gasolio, gpl, gasolio da riscaldamento) che su mese registra un incremento dell'1,2% e sull'anno del 14,6%, e della spinta dei prezzi dei beni alimentari che crescono dello 0,3% su mese e del 2% su anno.

FASSINA (PD): E’ IL GOVERNO DEI RECORD NEGATIVI  - «Record di disoccupazione giovanile, record di disoccupazione nel Sud, record di cassa integrazione, record di recessione, record di anemia nella ripresa, record di inflazione, record di pressione fiscale. Il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti è, indubbiamente, il governo dei record.
Quanti altri record disastrosi dobbiamo raggiungere prima di aprire una stagione di riforme?». Lo dichiara Stefano Fassina, responsabile economia del Pd.

BELLISARIO (IDV). IL GOVERNO PENSA AD ALTRO - «I dati comunicati oggi dall'Istat non giungono purtroppo inattesi. Ancora una volta, sono i giovani, inoccupati o con contratto precario, a pagare il prezzo più alto della crisi». Lo dichiara il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, che aggiunge: «Il quadro complessivo del Paese è a dir poco allarmante. L'Italia ha già uno dei tassi di disoccupazione giovanile (29,4) tra i piu' alti nell'ambito dei Paesi dell'Eurozona, se non si inverte subito rotta rischiamo di finire come la Spagna, con la differenza che Zapatero ha già approvato un piano di emergenza che prevede cospicui investimenti per l'occupazione».

IL LAVORO E’ IL PROBLEMA NON IL PROCESSO BREVE - «Invece - prosegue - questa maggioranza continua a governare all'insegna dell'ottimismo disinteressandosi delle fabbriche che chiudono, dei lavoratori che perdono il posto, dei precari che vivono di stenti e men che meno dei giovani senza prospettive.
Sono questi i problemi del Paese reale. Altro che legge sull'intercettazioni e processo breve, che - conclude Belisario - servono solo a favorire il Presidente del Consiglio».

LE UNIVERSITA’ PREPARANO «ORGANIZZIAMO LA RIVOLTA» - Nelle ultime settimane qualcosa è tornato a ribollire negli atenei: «L'inverno è ormai agli sgoccioli, la primavera è il momento del risveglio...», scriveva qualche giorno fa in un editoriale il collettivo AteneinRivolta. E oggi arriva la proposta: «una grande assemblea all'università La Sapienza di Roma» a metà marzo, «per lanciare una grande manifestazione nazionale nel mese di aprile: una manifestazione caratterizzata dalla richiesta decisa e radicale delle dimissioni di questo governo, che rimetta al centro le questioni sociali e la rivendicazione dei diritti che ci stanno togliendo e di quelli che vogliamo ancora conquistare».
Lo slogan dell'assemblea che dovrà lanciare il corteo è 'Organizziamo la rivolta' e le date prescelte sono il 25, 26 e 27 marzo.
Sarà «una manifestazione che risponda al grido di rivolta che attraversa il Mediterraneo e che mostri come anche qui nel nostro paese, in Europa, è possibile ribellarsi, riprendere in mano il proprio presente in nome di un futuro diverso».

LA COMMISSIONE EUROPEA: LA RIPRESA C’E’ MA ANCHE L’INFLAZIONE - Lieve revisione in meglio, da parte della Commissione europea, delle previsioni di crescita economica nell'area euro: quest'anno il Pil dell'Ue a 17 aumenterà dell'1,6 per cento, secondo le stime di interim pubblicate oggi dall'esecutivo comunitario. Nell'edizione precedente, risalente al novembre scorso, la Commissione indicava un pil 2011 al più 1,5 per cento. La ripresa «sta guadagnando slancio», afferma Bruxelles con un comunicato, ma al tempo stesso sono state consistentemente riviste al rialzo anche le previsiomi sull'inflazione. Sulla media del 2011 si attesterà al 2,2 per cento nell'area euro, al di sopra quindi degli obiettivi della Bce- che vuole un caro vita inferiore ma prossimo al 2 per cento nel medio periodo - e a fronte di un più 1,8 per cento indicato nelle precedenti previsioni.
Il miglioramento delle prospettive economiche trova riscontri in un quadro globale rafforzato e nel recupero di fiducia tra le imprese, rileva la Commissione. Tuttavia «l'incertezza resta elevata e gli sviluppi tra paesi diseguali». In più l'inflazione risente dei rincari su petrolio e energia.