20 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Agricoltura

PAC: «fare squadra» per una posizione forte nel negoziato UE

Il presidente della Cia Giuseppe Politi interviene al Forum del ministero delle Politiche agricole. Importante il documento unitario tra i vari soggetti del sistema agroalimentare italiano

ROMA - «I finanziamenti non devono essere inferiori agli attuali, mentre gli interventi Ue devono essere rivolti agli agricoltori professionali, alle imprese orientate al mercato, che producono ricchezza e beni pubblici per la società. Basta con le rendite parassitarie che rappresentano solo un danno per il settore primario. Con la riforma si dovrà, quindi, concentrare la massima attenzione sul reddito dei produttori e destinare più risorse per il comparto e sostegni a chi vive realmente di agricoltura». Sono queste le priorità della Pac post 2013, che il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi, ha messo in evidenza nel suo intervento al Forum promosso oggi a Roma dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

«Comunque, davanti a un negoziato complesso e carico d’incognite, quale è quello per la nuova Pac, c’è assoluto bisogno di ‘fare squadra’. L’intero sistema agroalimentare italiano -ha rimarcato Politi- deve impegnarsi per una posizione unitaria che permetta di far valere le ragioni del nostro Paese. Ed è per questo che riteniamo positivi sia il confronto avviato tra i vari soggetti del settore, che ha portato ad un documento unitario, sia il Forum del ministero. La riforma deve vedere l’Italia protagonista attiva. Serve un’azione realmente incisiva, sostenuta da una posizione forte, condivisa e determinata per tutelare gli interessi dei nostri agricoltori».
«Una questione importante da affrontare è -ha rilevato il presidente della Cia- la ripartizione dei contributi della Pac (primo pilastro)- tra gli Stati membri. Non si può accettare solo il criterio della superficie, ma occorre che siano presi in considerazione quelli della produzione lorda vendibile e del valore aggiunto, che misurano l’intero potenziale produttivo agricolo, che comprende il fondo, i capitali investiti, il lavoro e la capacità imprenditoriale».
«Occorre, altresì, accrescere -ha detto Politi- gli interventi di mercato, essenzialmente con due finalità di fondo: l’organizzazione delle filiere e la difesa dei redditi contro le crisi e la volatilità dei prezzi, anche attraverso forme innovative d’intervento come le assicurazioni agevolate».

«Per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, la Cia - ha sottolineato il presidente - condivide l’importanza degli interventi relativi alla tutela dell’ambiente e al contrasto dei cambiamenti climatici. Ma accanto a questi occorrono azioni per la competitività, finalizzate al ricambio generazionale, all’innovazione nelle aziende, nelle filiere e nei sistemi territoriali»
«E’ necessario, inoltre, un forte impegno generale, trasversale, rivolto a tutti gli interventi per la semplificazione burocratica, per le amministrazioni, ma soprattutto -ha affermato Politi- per le imprese agricole».
«La leva della futura Pac -ha rimarcato il presidente della Cia- deve, dunque, poggiare su precisi presupposti: correggere il malfunzionamento del mercato, sostenere le imprese e il loro adattamento alle condizioni di mercato, soprattutto nei momenti di crisi, e alla domanda sociale, promuovere lo sviluppo delle aree rurali e i progetti di filiera».
«La Pac -ha concluso il presidente della Cia- dovrà, pertanto, assumere tra i suoi obiettivi l’efficienza del mercato; dovrà prevedere tra le azioni il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione dell’economia contrattuale; il sostegno degli strumenti per contenere gli effetti di situazioni congiunturali difficili. Insomma, bisogna lavorare per una Pac post 2013 più forte e ambiziosa che permetta di regolare i mercati, di assicurare il reddito degli agricoltori e di garantire le aziende agricole, evitando le rinazionalizzazioni».