Piazza Affari in profondo rosso, crollano Impregilo ed Eni
Milano paga l'essere il Paese più esposto verso Tripoli
MILANO - Piazza Affari in profondo rosso per l'infiammarsi delle tensioni in Libia. Milano paga l'essere il Paese più esposto verso Tripoli, visto i forti legami di business e di intrecci azionari delle nostre aziende con il Paese maghrebino. A poco più di un'ora dalla chiusura delle contrattazioni, l'indice Ftse Mib perde il 3,1%, peggior performance tra le Borse europee.
Il maggior crollo lo mette a segno Impregilo (-5,7% a 2,32 euro) nonostante le rassicurazioni del presidente, Massimo Ponzellini: «C'è qualche preoccupazione ma siamo ancora ottimisti, perché abbiamo segnali che i nostri cantieri non dovrebbero soffrire». Il gruppo di costruzioni è impegnata in opere infrastrutturali in Libia per circa un miliardo di euro. In picchiata anche Eni (-5,1% a 17,43 euro), primo produttore straniero nel paese, nonostante la società abbia rassicurato sul fatto che al momento non ci sono conseguenze sulla produzione.
Scivola Unicredit (-5,1% a 1,88 euro), che vede i libici azionisti con il 7,5% circa. L'istituto non ha «attività» nel Paese che impattano sul fatturato, anche se ha ottenuto dalla Banca Centrale libica l'approvazione per aprire una filiale in Libia. In rosso anche Ansaldo Sts (-3,1%) e la controllante Finmeccanica (-2,1%), che hanno vinto diversi contratti in Libia. Male anche Danieli (-4,4%), gruppo friulano attivo nel settore siderurgico, che opera anche in Libia.
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