Pomodoro: accordo con impegno a proteggere la filiera italiana
Zani: «Tracciato un percorso per definire il prezzo in base ai costi di produzione»
MANTOVA - «Con l’accordo raggiunto viene sancito un preciso impegno per proteggere la filiera del pomodoro dal rischio degli Ogm e per la salvaguardia dell’italianità del prodotto nei confronti dell’invasione di concentrato dalla Cina». E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’accordo tra le organizzazioni dei produttori di pomodoro del nord Italia e le industrie di trasformazione dell'Aiipa (associazione italiana industrie prodotti alimentari) che fissa a 88 euro a tonnellata il prezzo indicativo di riferimento per il prodotto ritirato nell'azienda agricola.
«L’accordo - sottolinea il presidente della Coldiretti virgiliana, Gianluigi Zani - traccia per la prima volta un percorso per definire il prezzo sulla base dei costi di produzione e introduce miglioramenti sul riconoscimento qualitativo del prodotto. Anche se non pienamente soddisfacente, il prezzo fuga le preoccupazioni degli agricoltori relative a posizioni eccessivamente rigide dell’industria che per fortuna sono state abbandonate».
Nella nostra provincia si coltiva pomodoro da industria su circa 4 mila ettari. «I produttori hanno bisogno di certezze – aggiunge il presidente Zani – per poter programmare gli investimenti. Come Coldiretti, intendiamo valorizzare il prodotto locale anche all’interno della Gdo (grande distribuzione organizzata). La recente legge sull’etichettatura d’origine obbligatoria, che abbiamo sostenuto con tanta determinazione, costituisce un elemento fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Sempre più spesso, il consumatore, se ha la possibilità di conoscere l’origine del prodotto, sceglie quello italiano».
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