Dopo l'Irlanda, Portogallo nel «mirino»
Lisbona rassicura: «Situazioni molto diverse tra i due paesi. Il settore bancario portoghese è ben vigilato e adeguatamente capitalizzato»
LISBONA - Sistemata l'Irlanda toccherà al Portogallo: secondo diversi osservatori è il prossimo paese dell'area euro sulla linea di tiro dei mercati nei rischi di debito. Ma le autorità di Lisbona cercano di rassicurare mettendo in rilievo le situazioni molto diverse tra i due paesi. A differenza di quello dell'Irlanda il settore bancario portoghese è «ben vigilato e adeguatamente capitalizzato», ha affermato il ministro delle Finanze Fernando Teixeira dos Santos, e il governo ha approntato una «chiara strategia» di correzione del bilancio pubblico. Il Portogallo «non ha subito una bolla immobiliare», gli ha fatto eco il presidente Anibal Cavaco Silva, aggiungendo di sperare che non sarà necessario chiedere aiuti.
Ma c'è un'altra differenza tra i due paesi, in questo caso sfavorevole a Lisbona: se l'Irlanda ha già provveduto a coprire le sue necessità di rifinanziamento fino al giugno del 2011, il Portogallo dovrà invece far massiccio ricorso ai mercati nella prima metà del prossimo anno: quasi per 20 miliardi di euro sui 25,6 miliardi di rifinanziamento totali necessari sul 2011. «Sui mercati - ha affermato Joao Cravinho, direttore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - l'idea è che una volta risolto il caso Irlanda sarà il Portogallo sulla linea di tiro». Venerdì il Parlamento portoghese dovrà approvare il bilancio 2011, che prevede una cura senza precedenti, tra tagli ai salari e aumenti delle imposte punta a ridurre il deficit dal 7,3 al 4,6 per cento del Pil. Ma i sindacati sono sul piede di guerra e hanno proclamato uno sciopero generale mercoledì, che sia annuncia come la manifestazione di piazza più imponente da metà degli anni '70.
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