Vecchioni: 1,3 milioni di burocrati per l’agricoltura
La denuncia del Presidente di Confagricoltura: «Per 1,4 milioni di persone che lavorano nei campi ce ne sono 1,3 milioni negli uffici ad occuparsi di burocrazia agricola»
FIRENZE - «La via italiana al 2020 deve maturare nel mondo politico , ma anche in quello sociale. Serve uno sforzo in più per insegnare la cultura del lavoro, non si può vivere nel diritto del benessere dimenticando il dovere che c’è alle spalle di quel diritto». Così il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni al convegno dei Cavalieri del Lavoro, svoltosi stamane a Firenze.
«Bisogna cambiare impostazione – ha proseguito Vecchioni – includere l’agricoltura nella politica industriale, visto che con le aziende agroindustriali e la GDO vale il 15,7% del Pil nazionale».
«L’agricoltura – avverte Federico Vecchioni – non è delegabile né in Europa né in Italia; se lo si fa ci si dimentica dei protagonisti della produzione. L’agricoltura conta 1,4 milioni di addetti e non abbandonarla significa contribuire alla coesione sociale, dare un futuro al Paese».
«Il fatto però – denuncia il presidente di Confagricoltura – è che per 1,4 milioni di persone che lavorano nei campi ce ne sono 1,3 milioni negli uffici ad occuparsi di burocrazia agricola. E’ una proporzione non più tollerabile perché l’impresa è competitiva solo se ha per interlocutore uno Stato efficiente».
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