Sul debito pubblico Italia e Germania davanti nel G7
Ma l'Italia in 40 anni vanta anche il primato delle entrate fiscali sul Pil, condiviso questa volta con la Francia
WASHINGTON - Il Fondo monetario internazionale conferma: sono la Germania e l'Italia i due paesi del G7 che, per la loro situazione complessiva di finanza pubblica, presentano le minori difficoltà di stabilizzazione del debito e, in prospettiva il minor sforzo necessario per la sua riduzione. Nel suo ultimo rapporto sulle tendenze a lungo termine della finanza pubblica nei Paesi del G7, l'istituzione di Washington pubblica una tabella dalla quale emerge che Roma e Berlino sono gli unici due Paesi del 'club' più ristretto dei Paesi industrializzati che presentano un 'gap primario' (vale a dire a differenza tra il saldo primario di bilancio 2011 necessario a mantenere il rapporto debito Pil invariato e il saldo primario 2010) inferiore al 2% del Pil. Seguono, in questa graduatoria, il Canada (dato inferiore al 4%), la Francia (attorno al 5%), Regno Unito (attorno al 7%), Usa (oltre il 7%) e Giappone (9%).
Nello stesso ordine anche la graduatoria, che aveva trovato spazio nell'ultimo aggiornamento di luglio del World economic outlook, sul «gap» relativo allo sforzo di bilancio necessario -con una serie di ipotesi vincolanti - a ricondurre il rapporto debito/Pil al 60% entro il 2030. In tale caso lo sforzo necessario all'Italia sarebbe pari attorno al 5 del Pil, superiore alla sola Germania (intorno al 4%), ma nettamente inferiore a tutti gli altri Paesi del G7 a partire dal Giappone, per la quale sarebbe necessario un risanamento «monstre» da oltre il 14% del Pil.
GETTITO FISCALE RECORD - Le cifre del Fondo Monetario evidenziano tuttavia per l'Italia anche un primato poco invidiabile nel G7: quello dell'incidenza del gettito fiscale sul Pil negli ultimi quarant'anni condiviso, questa volta con la Francia. Per il BelPaese, infatti, le entrate fiscali nel 2007 (ultimo dato disponibile per un confronto omogeneo) assommavano al 43,3% del Pil a fronte del 43,8% della Francia, mentre gli altri Paesi del G7 risultavano ampiamente staccati: dal 36,6% del Regno Unito, al 36,2% della Germania, al 33,3% del Canada, al 28,6% del Giappone, al 28,3% degli Usa.
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