20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Congiuntura

L'inflazione si raffedda ad Agosto

L'Istat: i prezzi al consumo su base annua in crescita dell'1,6%, contro l'1,7% di luglio

ROMA - Inflazione in leggero rallentamento ad agosto. In questo mese i prezzi al consumo sono aumentati dell'1,6%, dopo il +1,7% di luglio (il valore massimo raggiunto dal dicembre 2008). Nel confronto mensile, l'inflazione ha segnato un +0,2%, in frenata rispetto al +0,4% di luglio. Lo comunica l'Istat.
Il leggero raffreddamento inflazionistico - spiega l'istituto di statistica - è dovuto in particolare alla diminuzione dei prezzi dell'energia e al generale rallentamento nel settore dei servizi.

I DATI - «Sulla base dei dati finora pervenuti, continua l'Istat nella nota, gli aumenti congiunturali più significativi dell'indice per l'intera collettività si sono verificati per i capitoli comunicazioni (+1,2%), trasporti (+1%) e bevande alcoliche e tabacchi (+0,3 %). Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Mobili, articoli e servizi per la casa, servizi sanitari e spese per la salute e istruzione. Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli prodotti alimentari e bevande analcoliche, abbigliamento e calzature e servizi ricettivi e di ristorazione (per tutti e tre meno 0,1 per cento). Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli trasporti (+3,8%), Altri beni e servizi (+3,3%), istruzione (+2,5%), bevande alcoliche e tabacchi e abitazione, acqua, elettricità e combustibili (per entrambi + 2,4%). Una variazione nulla si è verificata nel capitolo ricreazione, spettacoli e cultura».

CONFESERCENTI - «Agosto, mese caldo e vacanziero, non scalda l’inflazione, anzi fa registrare un piccolo passo indietro ma lancia anche un preciso segnale sulle difficoltà dell’economia e delle famiglie italiane. Non è un caso - si legge in una nota di Confesercenti - se anche sul fronte delle vendite nei primi sei mesi dell’anno si impone una frenata rispetto all’anno precedente e le imprese registrano un’impennata dei fallimenti. E’ evidente che si deve reagire in maniera tempestiva per rilanciare fiducia, vendite e con esse crescita economica ed occupazione».

CODACONS - Secondo i dati Istat resi noti oggi, l’inflazione ad agosto è salita a livello tendenziale a + 1,6% rispetto allo stesso mese del 2009 e a livello congiunturale a + 0,2% rispetto a luglio. Per il Codacons il dato dell’inflazione va letto insieme a quello delle vendite al dettaglio reso noto sempre oggi dall’Istat. Nonostante le vendite di prodotti alimentari registrino da mesi un trend in discesa (a giugno 2010 c’è stato un calo dello 0,5% rispetto a giugno 2009), i prezzi non si sono adeguati alla flessione della domanda. Per il Codacons, infatti, avrebbero dovuto scendere almeno del 7% su base annua.
Se i prezzi non sono scesi la colpa è del Governo che non ha ancora attuato una sola misura di liberalizzazione nel settore del commercio e che non è intervenuto per bloccare le speculazioni in atto, a cominciare da quelle sui carburanti, che, nonostante il leggero calo di agosto, non si sono adeguati al calo del prezzo del barile.
Per questo è allarme inflazione. Se, infatti, in autunno ci sarà la tanta auspicata ripresa economica e i consumi ricominceranno finalmente a salire, è evidente che l’inflazione a quel punto decollerà. Un fatto ancora più grave considerata la scelta di Tremonti di non adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici all’inflazione per i prossimi 3 anni.
Ecco perché se il Governo non vuole metterci i soldi, abbassando ad esempio le accise sui carburanti o bloccando, in nome della par condicio, tutte le tariffe per 3 anni, dovrebbe almeno sentire l’imperativo morale di prendere misure a costo zero, come ad esempio l’indicazione del doppio prezzo (sia il prezzo di vendita al dettaglio che all'ingrosso), dando il via ad una nuova stagione di liberalizzazioni.