10 dicembre 2024
Aggiornato 05:00
Conti pubblici

Vaciago: il debito giù per merito del Governo

L'analisi dell'economista: «Stiamo meglio di altri Paesi. Ora il nodo delle Regioni. Il rapporto con gli enti locali è il problema vero»

ROMA - Il calo del debito pubblico a giugno è il risultato della politica economica prudente del governo nei due anni di crisi, ma l'ostacolo vero sulla strada del risanamento dei conti pubblici saranno le Regioni e gli enti locali. È l'analisi dell'economista Giacomo Vaciago, dopo i dati della Banca d'Italia sulla flessione del debito a giugno, a quota 1.821,9 miliardi. «In questi giorni - sottolinea Vaciago - si parla male del governo, ma in realtà la tenuta dei conti pubblici è l'unica cosa buona che questo esecutivo ha fatto negli ultimi due anni».

ENTI LOCALI - Il trend futuro del debito, tuttavia, dipenderà dal rapporto tra governo, Regioni ed enti locali. «Nei prossimi anni - afferma il professore - il braccio di ferro sarà tra Roma e gli enti locali, il vero nodo politicamente irrisolto». Anche perchè a Roma c'è la Lega, che è il paladino degli enti locali. E assumendo che il governo vada avanti - sottolinea - il vero problema del 2011 saranno i 15 miliardi di tagli dei 24 totali (della manovra estiva, ndr), che sono tutti trasferimenti agli enti locali: lì Tremonti non ha scherzato». «Va avanti questa riduzione del debito - aggiunge l'economista piacentino - se l'ultima manovra rimane credibile, in uno scenario di governo che resta in piedi, perchè se si va alle elezioni poi sbraca tutto. La scommessa è che questa maggioranza porti a casa la manovra 2011-12, che è già stata approvata alla fine di luglio». «Negli ultimi anni - spiega poi Vaciago - chi creava più debito erano le Regioni, gli enti locali, non certo Roma. Se la mano di Tremonti è stretta sul debito locale e tiene, a questo punto il calo del debito prosegue. Anche perchè così si scioglie finalmente questo grumo di promesse eccessive e cattiva amministrazione che sta dietro la spesa regionale». «La sanità - conclude il professore - l'abbiamo data alle Regioni, metà delle quali sono fallite virtualmente. Tremonti commissaria e tiene duro, ma quanto può durare questo? Ce la fa? E nelle Regioni in cui vince la destra, come sta succedendo ultimamente, la spesa terrà? Questo è il nodo dei prossimi anni».

LINEA PRUDENTE - A giugno - secondo Bankitalia - il debito ha segnato la prima discesa dopo cinque mesi di progressivo aumento, fino alla soglia record di 1.827,1 miliardi toccata a maggio. Il governo, spiega Vaciago, «ha mantenuto una linea di prudente di sostegno all'economia, nella misura del necessario, accettando qualche aumento di deficit ma non esagerando come i francesi, gli inglesi, gli americani e tutti gli altri. Quel poco di aumento di deficit fatto negli ultimi due anni era utile, e non ci siamo fatti prendere la mano: la tenuta del timone da parte del ministro Tremonti è stata ammirevole».
Il miglioramento di giugno, evidenzia l'economista, «non è ovviamente effetto dell'ultima manovra, che è sul 2011-12». Il risultato è frutto della Finanziaria 2010 e «dai numeri incomincia a vedersi che non abbiamo sbandato vistosamente, come è successo ad altri Paesi. Questo vuol dire anche che il nostro 2011-2012 non dovrebbe essere così drammatico, come qualcuno dice senza capire che il mondo è cambiato e le redini vanno tenute strette».